Nell’ambito del progetto Galleria Aperta, a cura di Alessandro Sarteanesi e Marco Pierini, la città di Arezzo ospita fino al 2 giugno la mostra Giovanni Frangi. Le mille vite di Showboat, a cura di Giovanni Agosti. «Lungo i grandi fiumi degli Stati Uniti» scrive Giovanni Agosti «nella seconda metà dell’Ottocento e ancora nel primo tratto del secolo successivo, navigavano dei battelli a vapore sui quali si svolgevano spettacoli di varietà: erano gli showboat. Lo Showboat di Giovanni Frangi, un artista milanese del 1959, stavolta approda ad Arezzo, dopo avere attraccato al Castello Sforzesco di Milano nella primavera dell’altr’anno. E si riformula e si rimodella per l’occasione: ecco perché si chiama Le mille vite di Showboat la mostra costruita ad hoc per gli spazi della Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea di Arezzo.
Per comprenderla meglio nei suoi sensi riposti sarebbe utile dotarsi dei due volumi l’Andata e il Ritorno comparsi nella collana “Le lucciole” dell’editore Magonza (che di Frangi ha pubblicato pure L’intervista nel 2021): per goderla potrebbe bastare una passeggiata per le sale. Quali sono le attrazioni di questo varietà, dove opere nuove e vecchie sono messe insieme fino a fare perdere il senso di una cronologia lineare, nonostante le predilezioni storiche del curatore, Giovanni Agosti, che di mestiere fa l’insegnante?
Una scelta di incisioni, di grande formato, scalate lungo il corso di un ventennio, che danno conto della predilezione di Frangi per le sperimentazioni in campo grafico, in massima parte condotte con l’ausilio della stamperia Albicocco di Udine (che, per l’occasione, ha realizzato due incisioni a carborundum dell’artista: Moira e Veronica, esposte alle Nuove Stanze); un paesaggio di apparecchi televisivi che tra pallet e sculture in gomma piuma, reduci dal mitico Nobu at Elba di Villa Panza (2004), aspirano a configurare una scenografia per uno spettacolo, magari lirico: I Sarteanesi; la luce di un vecchio proiettore Super 8 che colpisce un bersaglio in sisal; due tele emulsionate con i gabbiani di Los Angeles in volo, che sembrano specchiarsi una nell’altra; un esercizio alla Muybridge con cinque tele che mostrano una sequenza di cigni in movimento tra le acque blu di un lago prealpino, a Viverone; un panorama su carta da lucido con le rupi del Casentino che fascia le pareti di una stanza, dove si acquattano gufi e civette: il tutto preso dalle incantate Stigmate di San Francesco di Bartolomeo della Gatta nella Pinacoteca di Castiglion Fiorentino, anno 1486-1487, ma guardate con un occhio a Gilbert & George; quattro tavoli che recano visita alle ombre di Joseph Beuys e al lavoro svolto in quasi cinquant’anni di carriera dallo stesso Frangi».Giovanni Agosti.
Giovanni Frangi. Le mille vite di Showboat
13 aprile – 2 giugno 2024
a cura di Giovanni Agosti