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Il Requiem di Jonas Mekas è un tributo meditativo alla partitura di Verdi per la Messa e una riflessione sulla bellezza del mondo

Il Requiem di Mekas è un commento implacabile sulla vita su questo pianeta
Il Requiem di Mekas è un commento implacabile sulla vita su questo pianeta

L’opera Requiem, commissionata e presentata a The Shed, New York City, è un tributo meditativo alla partitura di Verdi per la Messa da Requiem, o Messa funebre cattolica, ed una riflessione sulla bellezza del mondo naturale. Il Requiem di Mekas è un commento implacabile sulla vita su questo pianeta da parte di un artista che, all’età di 96 anni, era ben consapevole degli orrori del XX secolo e sgomento dagli eventi del XXI secolo. Le immagini principali di quest’opera, che sono tratte da film girati dall’artista nel corso di tre decenni, dal suo primo videoregistratore analogico Sony al suo Nikon tascabile HD, sono fiori.

Fiori tagliati, fiori da giardino, fiori selvatici e fiori in fiore su alberi, colline, campi ed altrove sono accompagnati dai suoni della natura e dalla Messa da Requiem di Giuseppe Verdi. Sono inseriti nel lavoro con traduzioni di versi dalla messa funebre latina cantata dal coro, insieme ad altre immagini, tra cui registrazioni di notizie televisive ispirate a temi del romanzo “I promessi sposi”, un classico della letteratura italiana ambientato in un periodo di tumulto e peste di Alessandro Manzoni. Per il quale è stata composta la “Requiem” di Verdi.

Artista, poeta e regista nato in Lituania, Jonas Mekas (1922-2019) è stato uno dei pilastri del famoso cinema sperimentale indipendente di New York. Fondatore del movimento cinematografico d’avanguardia americano, le sue opere hanno influenzato generazioni di cineasti e sono state esposte in mostre d’arte come Documenta Kassel, la Biennale di Venezia, la Serpentine a Londra, il Centre Pompidou a Parigi ed il Jewish Museum di New York. Requiem di Jonas Mekas è la prima mostra del 2024 che si tiene nella chiesa sconsacrata del XVII secolo di San Carlo in Via Bissolati 33, Cremona, nell’ambito della Cremona Contemporanea Art Week. La mostra sarà visibile fino al 26 maggio.

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