La scena artistica globale diventa una nuova repubblica di Utopia nella mostra allestita a Palazzo Baldeschi da Marco Tonelli. Che racconta la mostra nell’intervista
“Render centrale l’opera e la poetica degli artisti prima ancora che le ricadute a livello sociale e politico. Pur avendo tutte le opere esposte relazioni con contesti storici attuali se non addirittura legati a ciò che potrebbe riservarci il futuro. Con le sue incertezze e inquietudini, promesse e opportunità”. Con queste parole il curatore Marco Tonelli presenta la mostra Natura/Utopia: l’arte tra ecologia, riuso e futuro, promossa – fino al 3 novembre – dalla Fondazione Perugia nella sede di Palazzo Baldeschi. Natura ed ecologia interpretati dalla lente dell’arte contemporanea attraverso le opere di tredici artisti provenienti da tutto il mondo.
“L’unica risposta possibile alle ansie della nostra epoca è l’opera d’arte non come soluzione o risarcimento, ma pratica autonoma immaginifica, separata ma non indifferente dal reale”, aggiunge Tonelli, che potete seguire anche nella nostra intervista. “Proprio come l’isola di Utopia, un paradiso utopico distaccato dal resto del mondo ma allo stesso tempo una proiezione di ciò che esso potrebbe essere”. L’ispirazione intorno cui ruota questa ricerca è infatti la leggendaria repubblica di Utopia immaginata nel XVI secolo dall’umanista inglese Thomas More nel suo omonimo racconto, dove la protagonista è una terra connessa al reale ma anche indipendente, non un miraggio ma un mondo possibile.
13 artisti
Percorso e allestimento intendono dunque raccontare le quanto mai attuali tematiche del rapporto dell’uomo con la natura e il suo futuro. Per farlo sono stati scelti 13 artisti protagonisti della scena culturale italiana ed europea, statunitense e provenienti da contesti extraeuropei, come il Camerun e il Mozambico. Artisti che hanno fatto del concetto di utopia, riuso, progetto e natura la loro poetica di base fin dagli anni ‘60, ognuno con le proprie caratteristiche specifiche. Come dimostrano le opere scelte per il percorso espositivo realizzate con materiali tradizionali ma anche inaspettati e innovativi.
Da autori ormai storicizzati come Gianfranco Baruchello, che tra gli anni ’70 e ’80 aveva lavorato la terra come fosse un’opera d’arte, a Ugo la Pietra, che ha da sempre usato l’architettura per riflettere sulle contraddizioni e le relazioni tra natura e città. Particolare il caso di Piero Gilardi, che ha fatto dell’ecologia uno dei temi portanti del proprio lavoro e che con i suoi tappeti natura ha trasformato in quadri delle sezioni di natura stessa. Uno dei più importanti artisti italiani dagli anni ’60 ad oggi è Giuseppe Penone, qui rappresentato da Struttura del tempo, dove il bronzo della struttura testimonia il profondo legame che esiste tra la fusione e la crescita vegetale.
Dall’Africa alla Finlandia
La scena creativa africana è rappresentata da opere di Gonçalo Mabunda, artista del Mozambico, con maschere realizzate con proiettili, granate, fucili, bossoli. Che da una parte evocano feticci, totem e copricapi rituali, dall’altra sembrano caricature di volti antropomorfi e meccanizzati che richiamano la sanguinosa guerra civile che devastò il suo paese. E anche dal camerunense Pascale Marthine Tayou, che crea installazioni ambientali utilizzando buste di plastica colorate, non riciclate ma nuove. Come se il loro consumo e degrado fosse stato evitato e congelato in opera d’arte.
Dalla Finlandia arriva Kaarina Kaikkonen, che lavora esclusivamente con abiti di riuso e di recupero, in prevalenza camicie maschili. Elegante la presenza di Paolo Canevari, artista che ha fatto del riuso dei materiali un tratto distintivo del suo lavoro. Qui testimoniato dalla serie Black Pages, dove antiche cornici dorate custodiscono come reliquie fogli di giornale ricoperti di olio di motore combusto. E a dare grande complessità al progetto culturale contribuiscono opere di Davide Benati, Nicola Toffolini, Loris Cecchini, Giuliana Cunéaz, Peter campus.
Natura/Utopia
L’arte tra ecologia, riuso e futuro
A cura di Marco Tonelli
Fino al 3 novembre 2024
Palazzo Baldeschi al Corso
Corso Vannucci 66 – Perugia
Tel: 075 5734760
www.fondazioneperugia.it