Nell’ambito del festival De Portibus, l’Associazione Startè presenta le ultime ricerche poetico/visuali di Tiziana Cera Rosco
“Erbari che, tenendosi alla ripetizione del numero 7, sono tracce di reperti organici vegetali che portano dentro una ricerca dal sapore mistico e mitologico”. Così il curatore Paolo Asti anticipa i contenuti della mostra Florilegio. L’erbario come forma di scrittura della memoria tra uomo e natura, dell’artista e poetessa Tiziana Cera Rosco. Ad ospitarla – dal 10 maggio al 10 giugno prossimi, a La Spezia – sarà la sede dell’Associazione Startè, nell’ambito del festival De Portibus.
Protagonista, quindi, l’erbario: per l’artista non una raccolta di fiori come censimento botanico del giardino botanico in cui lei ha recentemente soggiornato a Palermo, ma “una forma poetica della scrittura di un viaggio intimo, dove il panorama esteriore risponde e corrisponde al richiamo di quello interiore e viceversa”. Nel giorno dell’inaugurazione è prevista la presentazione del catalogo “Anthurium, Parla Mio Fiore”, edito da Campisano Editore, da SiMuA e da Orto Botanico di Palermo.
“Dal primo erbario che ci racconta con i suoi bianchi e neri una forma di scrittura che non si trasforma in libro ma in fiore, passando per degli scheletri di foglie di ficus intrise dell’organico sanguinolento del melograno, non dimenticando la la forma vulvare dei petali di rosa”, aggiunge Asti. “Fino al dipanarsi della trama nascosta nel verde delle alghe. Gli erbari che ci presenta Tiziana Cera Rosco nella mostra Florilegio sono una forma di memoria visionaria”.