Il Museum of Contemporary Art di Shanghai porta a San Servolo 12 riflessioni poetiche e artistiche sulla forma del vivere dell’umanità tra immagine, tempo e spazio nella mostra collettiva, a cura di Miriam Sun e Giuliana Benassi, visibile alla Venice International University fino al 18 maggio
Venezia: nello spazio espositivo dell’Isola di San Servolo, realtà sospesa tra l’acqua, la terra e il cielo, il MoCA di Shanghai presenta “Travellers Mirror Cities”, riflessione sull’umanità attraverso le prospettive e istanze di Oriente e Occidente. Scrivono la direttrice esecutiva del Museo cinese Miriam Sun e la curatrice indipendente Giuliana Benassi: «Travellers Mirror Cities si propone di costruire in modo ingegnoso un percorso artistico concettuale su “La città del viaggiatore – un’immagine spirituale speculare di sé e dello straniero”» con le diverse proposte del poliedrico linguaggio contemporaneo.
La mostra inizia con The Moonlight di Yang Yongliang che immagina, per sovrapposizione, megalopoli diverse immerse in frastagliati e meravigliosi paesaggi naturali, fatti di picchi e gole, accese nel buio della notte dalla luna e dalle luci urbane che si fanno stelle, pianeti nebulose e galassie nelle composizioni dell’artista. Accesa allo stesso modo dall’energia è la ricerca estetica sviluppata da Josè Angelino, autore di misteriose e magnifiche lampade a scarica, dalla sublime luminescenza. Queste sculture, incontro tra potenza della scienza e ardente volontà creativa parlano, attraverso nobili gas ionizzati, di vuoto, onde, particelle, fluidità, empatia e insieme delle costanti di materia, cosmo ed esistenza. A connettere una società tecnologica ma pallidamente sterile con un ambiente vivo, incontaminato e florido è la video opera di Qiu Anxiong che fa incontrare gli immaginativi presenti e molteplici sogni del passato, e parla così di possibili futuri. In dialogo si trovano l’installazione immersiva di Fu Tong, popolata di astratte sostanze viventi, intrecciati apparati, tessuti tesi e venosi corpi, e l’opera site-specific creata da Gabriele Silli, un corpo di corda e organica informe forma, simbolo di un mondo nascosto, visibile attraverso lo specchio dietro cui solo i coraggiosi si spingono – consci che in mezzo al nulla c’è qualcosa ma inconsci di quel che vi si può trovare – affrontando il paese delle meraviglie dietro la superficie dell’acqua. Al linguaggio della pittura si affida Shi Chengdong che, in surreali giardini, in giochi di luce e colore, in affascinanti scene di mondi altri, ricerca il senso della vita umana rispetto all’esistenza mentre di meravigliosi intrecci di materia sono composte le opere bidimensionali e tridimensionali di Matteo Nasini che, attraverso la lana, costruisce vivi paesaggi dalle forme biomorfe, vibranti e stellari. Tra referente, significato e significante si muove H.H. Lim che, con la sua installazione composta da solide sculture, insieme mobili e immobili e cosparse di occulte indecifrate combinazioni, parla di imprese lontane e sconosciute, guidate da destino e caso.
Sempre dalla scultura, fredda e senziente, l’opera video L’eccezione di Rä di Martino che, attraverso questo protagonista, porta una riflessione su passato, presente e futuro e sul nostro rapporto con il tempo, oggettivo e soggettivo, personale e collettivo. Tra il mistero della vita, suoni e proiezioni si muovono Guo Fei e Jin Wang che si confrontano intorno al mischiarsi dell’organo con l’intelligenza artificiale e la sinfonia delle macromolecole della struttura a doppia elica dell’acido desossiribonucleico, fulcro degli organismi viventi mediante il codice dei geni di fronte a cui ha spazio a se ha la scultura “Hands” di Oliviero Rainaldi, plastico e prezioso gesto delle mani immortalato in oro, in grado di collegare materiale e spirituale, terra e dimensione celeste.
Come scrivono le curatrici Miriam Sun e Giuliana Benassi: «L’anno 2024 ha un significato particolare per la Cina e l’Italia, in quanto segna il 700° anniversario della scomparsa di Marco Polo. […] L’intento del MoCA di Shanghai non è solo di riecheggiare lo spirito del tema della 60.ma Biennale di Venezia “Stranieri ovunque”, ma anche di introdurre una nuova prospettiva per approfondire la comprensione reciproca dell’arte, della cultura e dell’estetica tra i popoli di Cina e Italia, promuovendo ulteriormente l’amicizia e la conoscenza tra le due nazioni» e con “Travellers Mirror Cities”, sviluppata in collaborazione con Venice International University, ci si trova davvero davanti a un progetto che rispecchia la complessità del mondo e delle proposte artistiche contemporanee e in esse trova una connessione in grado di incantare e che supera distanze e arriva nel profondo, riuscendo ad unire voci diverse in un’unica poliedrica armonia.