A realizzarlo è stato il britannico Jonathan Yeo, pittore non nuovo a questo tipo di incarichi, ma di certo non esente da qualche critica.
I tempi cambiano, l’arte cambia, i dipinti reali cambiano. Per fortuna, ci mancherebbe, che noia altrimenti. E prendiamo pure per buona l’idea che è necessario applicare la tara del tempo: quel che oggi appare strano, domani può essere un capolavoro. Ne parlavamo proprio poco tempo fa a proposito di Churchill, che della Gran Bretagna è stato Primo Ministro, e di una controversa raffigurazione che ne diede Graham Sutherland. Nonostante queste premesse, risulta comunque difficile digerire con rapidità il ritratto che Jonathan Yeo ha dedicato a Re Carlo III, il primo da quando è ufficialmente salito al trono.
L’opera, alta più di 2 metri, raffigura Carlo in piedi, che frontalmente osserva lo spettatore. Uniforme delle guardie gallesi indosso, spada in mano, sguardo pensieroso. E fino a qui, tutto torna. Quel che invece proprio stona, che porta il dipinto in un universo insolitamente pop, kitsch, se non trash, è lo sfondo rosso e rosa alle sue spalle. Un cielo vermiglio ingombrante, totalizzante, tanto che pare assorbire anche il sovrano, attirare il suo corpo per farlo diventare tutt’uno con lo sfondo.
Lo stesso Yeo ha ammesso che anche Carlo “inizialmente era leggermente sorpreso dal colore forte, ma per il resto sembrava sorridere con approvazione”. A dire il vero, in un video, pare addirittura spaventarsi durante lo svelamento. Di certo hanno sorriso gli appassionati d’arte e della Corona inglese, che non hanno mancato di suggerire qualche possibile interpretazione su questa visione intensa del fresco Re d’Inghilterra. “Arcidemone dell’Inferno”, “Satana”, “un bagno di sangue”, “circondato dal sangue versato dell’Impero britannico” sono solo alcuni dei commenti che girano sui social.
I più audaci, addirittura, rievocano il Tampongate, scoppiato nel 1993 quando la stampa britannica pubblicò la trascrizione di una conversazione privata tra l’allora principe Carlo e Camilla Parker Bowles. Durante la conversazione, l’erede al trono disse a Camilla che gli sarebbe piaciuto “vivere dentro i suoi pantaloni” e che dopo la morte si sarebbe volentieri reincarnato in un assorbente interno (ovviamente, uno utilizzato da Camilla). Da qui il nome dello scandalo, che esplose anche perché Carlo e Camilla ai tempi erano entrambi sposati con altre persone. Tornando al dipinto, ecco, il colore rosso…
Al di là di queste illazioni, è impossibile non domandarsi le ragioni di una scelta tanto poco istituzionale, perfetta per attirare critiche e ironia, destinata al ritratto di un sovrano che non gode certo di massima stima e considerazione da parte dell’opinione pubblica. Vissuto a lungo all’ombra della Regina e da sempre insidiato nell’immaginario collettivo dal figlio William come simbolo della Corona, il fatto che anche nel suo ritratto risulti soverchiato dalla sfondo pare essere l’ennesima beffa di un percorso di vita tanto privilegiato quanto complesso.
Anche perché, se è vero che Jonathan Yeo ci ha abituato nel corso della sua carriera a interpretare in modo non convenzionale i soggetti (anche importanti, come politici e attori, da Nicole Kidman a Berlusconi) che ha ritratto, è altrettanto inusuale la scelta da parte sua di un tono così potente, di una soluzione così avvolgente e monopolizzante. Che veramente, come suggeriscono i più maliziosi, Yeo abbia voluto prendersi gioco del Re? Sarebbe tanto coraggioso quanto rischioso, e forse privo di senso.
D’altra parte, piuttosto, bisogna considerare che le sedute per il ritratto, in totale quattro, sono iniziate nel giugno 2021, dunque prima che Carlo venisse incoronato. Quindi anche il messaggio e il ruolo simbolico ricoperto erano differenti. Lo evidenzia la presenza di una timida farfalla al lato della spalla del Re, emblema di cambiamento ed evoluzione, quello che Carlo da lì a poco si sarebbe trovato ad affrontare, nel passaggio da Principe a Re. Al tempo non lo sapeva, ora lo sa. Questo strano dipinto, con tutte le critiche del caso, gode di aver involontariamente immortalato questa transizione.