“L’infinito volgere del tempo”. Le sculture di Carlo Zoli a Milano

di Redazione

“Se una persona esce più ricca guardando un’opera d’arte, quell’opera d’arte ha assolto una parte dei suoi impegni col mondo. Così è accaduto per chi scrive, guardando certi lavori di Carlo Zoli.” Lo afferma Luca Nannipieri nel suo testo critico dedicato alle sculture dell’artista faentino esposte fino al 15 giugno a Milano in via Nerino 2, spin-off di HUB/ART.

La mostra personale “L’infinito volgere del tempo”, a cura di Greta Zuccali, presenta 28 terrecotte policrome che rivelano il lato contemporaneo di Zoli la cui poetica da sempre è incentrata sull’essenza della natura umana, fondata sulla costante ricerca di equilibrio tra la ragione e l’istinto delle emozioni, tra momenti di “Quiete” e fasi di “Tempesta”; da un lato ci sono creature amorevoli e armoniose, dall’altro soggetti animosi e combattivi, i due volti complementari della nostra effimera esistenza, da ultimo riuniti in un tempo circolare caratterizzante le nuove opere della serie che dà il titolo all’esposizione milanese.

Attraverso le sue figure eroiche e fantastiche ispirate al mito, alla leggenda, alle tradizioni cristiane, l’artista ci coinvolge nell’eterno ritorno degli stessi conflitti interiori che si manifestano nell’affrontare le sfide della vita e della morte.

Ecco allora per esempio Angelo ribelle (2021), emblema di tracotanza, colto in un urlo strozzato, privo della capacità di volare perché le sue ali si sono spezzate nel tentativo di avvicinarsi al sole. Mentre Dio Pan (2022), la divinità greca delle montagne e della vita agreste, impersonato da un satiro, incarna la fertilità e la forza vitale della natura ma anche l’istinto arcaico e la paura; sarà il suo amore per la musica e la danza a condurlo dall’irragionevolezza alla bellezza, coniugando lo spirito e la materia in quanto dio del “Tutto”.

Un invito a lasciarsi trasportare nell’originalissimo mondo di Zoli dove le domande esistenziali sublimate nell’arte sono esse stesse la risposta.