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Gli stand da non perdere a MIA Fair 2022. A Milano corpo e natura si sovrappongono

Ryan Mendoza, Lara in Simpsons' Living Room, 2021, Giclée su Canson Rag Photographique 310, cm 99x132, 5, Courtesy Ryan Mendoza / Courtesy Luigi Solito Galleria Contemporanea Ryan Mendoza, Lara in Simpsons' Living Room, 2021, Giclée su Canson Rag Photographique 310, cm 99x132, 5, Courtesy Ryan Mendoza / Courtesy Luigi Solito Galleria Contemporanea
 Ryan Mendoza, Lara in Simpsons' Living Room, 2021, Giclée su Canson Rag Photographique 310, cm 99x132, 5, Courtesy Ryan Mendoza / Courtesy Luigi Solito Galleria Contemporanea

Ryan Mendoza, Lara in Simpsons’ Living Room, 2021, Giclée su Canson Rag Photographique 310, cm 99×132, 5, Courtesy Ryan Mendoza / Courtesy Luigi Solito Galleria Contemporanea
Inaugura oggi MIA Fair – Milan Image Art Fair, la più importante fiera italiana dedicata interamente all’immagine fotografica. 97 gli espositori – tra nazionali e internazionali – che riempiono SUPERSTUDIO MAXI a Milano, dal 28 aprile all’1 maggio 2022.

Oltre alla Main section trova spazio la seconda edizione di Beyond Photography – Dialogue. Curata da Domenico de Chirico, è riservata alle gallerie che promuovono le generazioni più giovani di artisti internazionali e la cui idea espositiva, pensata ad hoc per MIA Fair, si pone come un dialogo tra fotografia e una sola opera realizzata con altre tecniche (scultura, installazione, pittura e video). A queste si aggiungono i Premi e i Progetti speciali, tutti consultabili sul sito.

Fresca della partnership con il gruppo Fiere di Parma, MIA Fair torna a soli sei mesi dalla sua inedita edizione autunnale (ottobre 2021).

La proposta è quanto mai attuale. Il corpo umano, spesso trasfigurato, abita in modo insolito una realtà che pare davvero insufficiente a descrivere l’intero spettro della dimensione umana. Sul filo di un invisibile – e astratto – procedere si muovono corpi che sfidano i loro confini e, per l’attimo della fotografia, paiono vivere un’esistenza altra.

Allo stesso modo anche la natura e lo spazio urbano vedono piegati o stravolti i loro connotati, ritrovandosi spesso catapultati in un luogo che, privo di coordinate, apre a nuovi e inesplorati percorsi.

Eccone alcuni:

Luigi Soliti Galleria Contemporanea – Napoli
Foto ArtsLife

Solo show di Ryan Mendoza, che dalla pittura devia sulla fotografia – come del resto fa spesso – e costruisce uno spazio straniante. Scattate tutte in un ristorante di Napoli durante il lockdown, le immagini non recano traccia di esso e anzi si posizionano in dimensione ambigua. Il corpo umano pare intrappolato in circostanze che non gli appartengono – cartoni animati americani, mobili stravolti nella loro funzione, una natura giocosa ma ambigua – e in esse è chiamato a reinventarsi.

Paola Sosio Contemporary Art – Milano
Foto ArtsLife

Uno stand compatto giocato su colori tenui e atmosfere rarefatte. A rubare la scena sono gli autoritratti di Ziqian Liu, che cerca di astrarre il suo corpo – il viso non è mai mostrato – tramite l’accostamento di specchi, piante e frutta. Sprazzi di irrealizzabile armonia e pacatezza, dove le forme si cercano e si trovano. Il risultato sono scene di equilibri surreali, dove trova spazio un’evidente richiamo a Magritte.

Allo stesso modo anche gli scatti di Luca Gilli spingono la realtà ai suoi estremi. Cantieri ed edifici abbandonati sono immersi in una luce abbacinante e artificiale, tanto da sfumarne i contorni e annetterli in una dimensione eterea. Grandi campiture bianche si sovrappongono alle immagini in modo da stressare il tentativo di evasione. Post produzione digitale? No, elementi che realmenti si frapponevano tra l’obiettivo e il soggetto. Anche la realtà a volte sorprende.

fiVe Gallery – Vienna
Foto ArtsLife

Il collettivo di artiste viennesi fiVe allestisce uno stand dai forti attributi narrativi. Giocata sul tema del visibile e dell’invisibile, l’esposizione propone un percorso che dalla natura – Regina Anzenberger, Annamaria Belloni, Eva-Maria Raab – muove fino all’ambiente domestico – Martina Stanpf – e a quello urbano – Barbara Filips. Ognuna delle artiste riesce a evidenziare con tecniche (dai cianotipi al ChromaLuxe) e sensibilità diverse il lato nascosto della realtà. Sia essa riconquistata dalla vegetazione e occultata da visioni stereotipate e consolatorie.

Gallery Den Haag – L’Aia, Paesi Bassi 
Foto ArtsLife

Non può mancare lo stand la cui foto è stata scelta come linea guida di MIA Fair. Parliamo di Red Lemon di Larissa Ambachtsheer, straniante sovrapposizione di due metà dell’agrume più celebre del mondo, vestito di un inedito colore rosso. Tutto lo stand gioca su questa natura innaturale, stravolta nella sua essenza eppure memore di ciò che è stata. Forse è questa unione di novità e nostalgia a rendere l’esposizione coinvolgente. I colori sgargianti ti assorbono a distanza, il mood ci ha ricordato l’opera di Nicolas Party.

Red Lab Gallery – Milano / Lecce
Foto ArtsLife

Solo la natura protagonista del progetto di Beba Stoppani. Percorsi incantati s’interroga sul mistero della natura, approcciata attraverso i segni, le grafie e i ritmi che la compongono. Elementi nascosti ma presentissimi, che l’artista immortala per poi inserirle in cornici dai vari formati (ovali, quadrati, circolari, rettangolari) che ne esaltano la melodia interiore di cui sono composti.

Galleria Glauco Cavaciuti – Milano
Foto ArtsLife

La festa è finita recita la luminaria che Florence di Benedetto ha realizzato nei mesi più duri della pandemia. Eppure, appena stato possibile, l’artista ha intrapreso un viaggio lungo l’Italia (dalle Toscana alla pianura padana). In ogni tappa ha posizionato la luminaria – retaggio delle origini baresi e della giovinezza trascorsa a Palermo – nell’ambiente circostante, così da evidenziare il contrasto tra la sua lucentezza e il contesto di abbandono in cui è stata inserita. Finta gioia che incontra reale malinconia. Sentimenti che ognuno di noi ha potuto esperire negli anni passati.

Riccardo Costantini Contemporary – Torino
Foto ArtsLife

Campiture omogenee, organizzazione geometrica, tagli parziali, riflessi imprevisti. Nello stand di Riccardo Costantini spiccano le opere di Piero Mollica. Prospettive suggestivi o super zoom stranianti: l’architettura è per l’artista un piano dove sperimentare, scovare nuove forme e condurre, laddove possibile, all’astrazione. Un modo per esaltare la creatività umana, ma anche per denunciarle gli esiti che talvolta rendono l’abitabilità dello spazio – ovvero il primo obiettivo dell’architettura – un elemento forse trascurabile.

Alberto Damian – Treviso
Foto ArtsLife

L’esposizione, già in programma da tempo, assume tutt’altro sapore dopo la scomparsa di Letizia Battaglia. Soprattutto dal momento che è stata lei stessa, in collaborazione con il gallerista, a selezionare le fotografie da presentare. Tutte stampe vintage, tirati in pochissime edizioni e alcuni addirittura uniche. Poste (quasi) tutte sulla stessa linea, posizionata a mezz’altezza dello stand, gli scatti raccontano la Palermo colpita dalla mafia, con i suoi morti e le sue tragedie; ma anche gli improvvisi slanci di gioia dei bambini che abitavano i quartieri più poveri della città; o la commovente felicità dei pazienti dell’ex manicomio di Palermo, per un giorno a contatto con il mare e il suo sentimento di libertà.

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