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Da Boldini a Pistoletto: il ritratto dal XVI al XX secolo è protagonista a Modena

Innocenzo da Imola, «Ritratto di Gentildonna», 1540-1550, tempera su tavola
Innocenzo da Imola, «Ritratto di Gentildonna», 1540-1550, tempera su tavola (particolare)
Il ritratto, nato dapprima come corredo funebre (nella cultura egizia) e successivamente commissionato agli artisti dalla nobiltà, ha da sempre rappresentato da un lato il desiderio di preservare la propria identità, dall’altro la volontà di esibire il proprio potere. Espressione di eleganza incontrastata e di una classe sociale elevata, i collezionisti internazionali ne apprezzano la fattura. Ma un volto non è soltanto fisionomia. È altrettanto espressività di un mondo interiore composto di stati d’animo, emozioni e preoccupazioni. Ed è proprio questa familiarità, questa atemporalità dei sentimenti umani, verbo di un linguaggio universale, che li rendono sempre attuali e vicini a noi.

Muove da queste considerazioni la mostra «Volti, Ritratti Italiani dal XVI al XX secolo», realizzata grazie a due Gallerie di primo piano nel panorama del mercato dell’arte internazionale: la Galleria Cantore (via Farini, 14, Modena) -specializzata in pittura antica (dal XV al XVIII secolo)- che ospiterà l’evento unico nel suo genere per estensione cronologica e presenterà un nucleo di dodici dipinti antichi, in dialogo con altrettante opere della prestigiosa Galleria Frediano Farsetti di Milano, per dare completezza al percorso storico lungo cinque secoli. La mostra sarà visitabile da domani, 24 maggio, al 29 giugno 2024.

Il percorso si articola cronologicamente, mostrando un Ritratto di gentildonna del Cinquecento di Innocenzo da Imola (Imola, 1490 – Bologna, 1550), due splendidi ritratti del bolognese Bartolomeo Passerotti (Bologna, 1529 – 3 giugno 1592), per poi passare al ritrattismo napoletano del Settecento di Gaspare Traversi (Napoli, 1722 – Roma, 1770) e Giuseppe Bonito (Castellammare di Stabia, 1707 – Napoli, 1789). La mostra prosegue con un capolavoro di Giovanni Boldini (Ferrara, 1842 – Parigi, 1931) del 1896, raffigurante «Le due amiche», per poi passare alla «Fillette au lapin» di Gino Severini (Cortona, 1883 – Parigi, 1966), ad Alberto Savinio (Atene, 1891 – Roma, 1952), che nel 1942 raffigura «l’Orientale», e concludersi con «Opera ubiqua» del 1993 di Gino de Dominicis (Ancona, 1947 – Roma, 1998).

Pietro Cantore, Direttore di Cantore Galleria Antiquaria e Vicepresidente Associazione Antiquari d’Italia, si dichiara entusiasta della collaborazione con la Galleria Frediano Farsetti, per il dialogo prolifico che si instaura tra antichità e modernità. Peculiare è la centralità del «pathos» umano, espresso nel ritratto.

«È interessante vedere l’evoluzione pittorica della ritrattistica: dall’accuratezza dei dettagli di Innocenzo da Imola, sino alla preziosità cromatica e all’ufficialità dei ritratti di Gaspare Traversi; per poi passare a un ritorno all’ordine, alle regole dell’Ottocento sino a giungere alle “nuove” emotività descritte nei ritratti del Novecento» conclude Cantore.

Sonia Farsetti, titolare della galleria Frediano Farsetti, conferma l’avvincente comunicazione visiva tra i pregevoli esempi di ritrattistica antica e le opere dei grandi maestri del primo e secondo Novecento.

«Sorprende constatare come lo scintillio della corazza dell’armigero di Felice Brusasorzi si accordi con i bagliori del fondo oro su cui si staglia la sagoma di Urvasi dipinta da Gino De Dominicis, e come le inquietudini dei ritratti di Ottone Rosai e Lorenzo Viani siano un perfetto contraltare alla profondità dei volti di Salomon Adler e Agostino Carracci».

Una mostra, insomma, che comprova l’eternità dell’arte, in grado di sopperire all’effimero e di eclissare confini spazio-temporali, attraverso il ritratto, veicolo di emozioni universali.

Informazioni utili:
Cantore Galleria Antiquaria, via Farini, 14, 41121 Modena
Vernissage giovedì 23 maggio, ore 18.00
24 maggio – 29 giugno 2024
9.30 – 13.00 15.30 – 19.30
Lun. – Sab.

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