Print Friendly and PDF

Arte e natura sulla costa belga: le opere da non perdere alla Triennale di Beaufort 2024

Jorge Macchi - Westtoer ©annsophiedeldycke
Jorge Macchi – Westtoer ©annsophiedeldycke

La triennale Beaufort fa il suo ritorno sulla costa belga, dal 27 marzo al 3 novembre 2024. Le opere di 18 artisti provenienti da tutto il mondo danno vita a un intrigante percorso tra natura e arte, ideato e progettato da Els Wuyts, la curatrice di questa ottava edizione.

Il tema su cui si fonda Beaufort24, The Fabric of Life esprime la forte necessità di una connessione tra l’essere umano e la natura, ma anche la stretta relazione che queste opere esprimono con il territorio. Come dice Els Wuyts: “Le diverse località nei vari municipi costieri sono ideali per visualizzare determinate narrazioni. Forniscono l’opportunità per far parlare a volte leggende invisibili”.

Le opere di 8 artisti saranno permanentemente installate nel territorio belga, arricchendo il Beaufort Sculpture Park, un percorso già delineato dalle opere delle edizioni precedenti. Con queste nuove aggiunte, si contano ora un totale di 50 opere d’arte disseminate lungo la costa, che si fondono con il paesaggio belga, rendendolo ancora più affascinante.

L’opera che apre il percorso di Beaufort24 incarna perfettamente il tema di questa ottava edizione, poiché il legame con il territorio è parte integrante del concetto stesso dell’opera. Si tratta di Staging Sea dell’artista belga Filip Vervaet. Quest’ultimo ha concepito una fontana a De Panne, di fronte alla chiesa di Sint-Pietersplein, oggi trasformata da luogo di culto a biblioteca, situata esattamente a 1 km dal mare. L’acqua è la protagonista di quest’opera; infatti, il getto della fontana varia di intensità a seconda dell’andamento delle maree, può essere delicato con la bassa marea o molto forte in caso di alta marea. L’artista ha anche pensato l’opera come un mezzo per avvertire gli abitanti di De Panne, che nella loro storia si sono spesso trovati a dover affrontare maree talvolta problematiche. La fontana è circondata da pannelli protettivi colorati, ispirati a fotografie scattate dall’artista sott’acqua, i quali generano giochi di luce durante le diverse fasi del giorno. Intorno alla fontana ha creato delle dune di sabbia per richiamare l’intero paesaggio marino di De Panne, aggiungendo piante che muteranno nel tempo. Questa creazione, infatti, rappresenta anche il cambiamento costante che sottende all’esistenza naturale.

Johan Creten – THE HERRING – Westtoer ©annsophiedeldycke

Un’altra opera particolarmente significativa, ancora connessa all’ambiente marino, è THE HERRING dell’artista Johan Creten, situata sulla spiaggia di Sint-André. Questa maestosa scultura in bronzo, visibile già dalle dune, raffigura una donna dalle sembianze contemporanee che guarda dritto verso il mare. Il nome dell’opera deriva dall’aringa che la donna tiene in mano, un simbolo del legame storico con il territorio: durante la guerra, in tempi di carestia, questo pesce fu una risorsa vitale per gli abitanti. Anche questa scultura è strettamente connessa al mare; infatti, quando la marea è molto alta, l’acqua sommerge completamente i piedi della donna, facendola apparire quasi sospesa. Grazie al suo colore bronzeo tendente al blu, l’opera si fonde armoniosamente con il mare.

Ancora situata sulla spiaggia, un’opera che merita di essere citata è All the Words in the World dell’artista argentino Jorge Macchi. L’opera, interamente in cemento, rappresenta una tastiera, un oggetto che utilizziamo quotidianamente per scrivere, ma senza lettere. Questa tastiera consente di vedere attraverso di essa: da una parte si osserva il mare, mentre dall’altra si percepisce la dinamicità della città. Da un lato si crea un parallelismo tra l’infinito dell’oceano e l’infinità delle parole che si potrebbero comporre. Dall’altro lato, rivolto verso la città, si evoca l’infinità del linguaggio. In una società globalizzata non sempre riusciamo a capirci con parole di lingue diverse, e talvolta l’ingenuità del linguaggio del corpo ha un valore superiore. Molto interessante è il contrasto tra la semplicità della natura e la complessità della città moderna.

Selva Aparicio – at Rest Westtoer ©annsophiedeldycke

Cambiando scenario e immergendoci a Nieuwpoort, è possibile ammirare l’opera Top Down / Bottom Up dell’artista tedesca Alexandra Bircken. Le due sculture verdi in alluminio verniciato raffigurano due bambine ginnaste: una è intenta a stare in verticale sul bordo del monumento di Re Alberto I, mentre l’altra si trova sotto di lei, nella stessa posa ma rovesciata, quasi come se reggesse il peso del mondo sulle spalle. La modella per quest’opera è stata la giovane figlia dell’artista. L’installazione gioca con la prospettiva, spingendoci a riflettere: quale delle due ragazze è veramente in piedi? Questo interrogativo ci ricorda che il mondo, a volte, appare capovolto. A proposito di ciò, i concetti di top-down e bottom-up emergono in campi come la sociologia e il marketing. Le trasformazioni sociali si verificano quando le figure influenti ai vertici guidano e promuovono il cambiamento, oppure quando sono gli individui alla base a iniziare e guidare la trasformazione? L’opera dialoga perfettamente con il luogo scelto per l’installazione: il memoriale in onore degli sforzi compiuti nella Prima Guerra Mondiale. Inoltre, il colore verde delle sculture si fonde armoniosamente con la natura circostante.

Rimanendo nei pressi di Nieuwpoort, completamente immersa nel verde, troviamo l’opera at Rest dell’artista ispano-americana Selva Aparicio. L’affascinante creazione è stata realizzata raccogliendo le impronte dei palmi di centinaia di abitanti, instaurando un legame profondo con il territorio e con le persone che vi hanno vissuto. Questa sorta di panchina, pensata per riposarsi e riflettere, rappresenta un ponte tra le diverse generazioni, permettendo a quelle future di vedere e toccare le mani di coloro che hanno vissuto prima. L’opera di Selva Aparicio invita a riflettere sulla fugacità del tempo, offrendo un luogo meditativo, un abbraccio eterno che avvolge i visitatori e li connette con la storia e l’umanità. 

Qui i nomi degli altri 13 artisti che parteciperanno a Beaufort24: Maëlle Dufour, Lucy e Jorge Orta, Jef Meyer, Femmy Otten, Marius Ritiu, Sara Bjarland, Pei-Hsuan Wang, Romain Weintzem, Driton Selmani, Monika Sosnowska, Ivan Morison, Richard Deacon e Lucie Lanzini.

Filip Vervaet – Staging Sea – ©annsophiedeldycke

Commenta con Facebook