Una tragedia. L’artista Ben Vautier si è suicidato a Nizza questa mattina presto con un colpo di pistola. Vautier aveva 89 anni. La ragione del suicidio sembra essere la morta ieri dell’amatissima moglie. Un colpo al cuore che l’artista non ha retto.
Vautier nasce a Napoli il 18 luglio 1935. Dopo aver viaggiato in Turchia, Egitto e Grecia, si stabilisce nel 1949 a Nizza, dove apre un negozio di dischi d’occasione. Nel frattempo inizia la sua ricerca artistica da autodidatta: lo appassiona tutto ciò che nell’arte rappresenta la novità, lo choc rispetto a quanto già esiste, riconoscendo questa attitudine nell’opera di Marcel Duchamp, un artista che Ben considera un maestro difficilmente superabile. Tenendo conto della sua lezione, definisce, verso la fine degli anni cinquanta i criteri che rendono valida un’opera d’arte: la novità e l’esaltazione-affermazione dell’ego, che lo spingono ad effettuare delle “appropriazioni” firmando tutto ciò su cui non è stata ancora riconosciuta una paternità artistica.
Un’attitudine di anti-arte
“Ho spesso l’impressione di essere un vecchio combattente che si ripete, che dice sempre la stessa cosa. Uno a cui si chiede sempre perché Fluxus è importante o cosa è cambiato“, affermava in un’intervista di una diecina di anni fa. “Mamma mia! Ma queste domande ce le hanno fatte già venti, dieci e cinque anni fa e ce le rifanno oggi. Comunque, posso dirti che Fluxus è importante per tre-quattro ragioni, ma oggi bisogna attendere la prossima rottura da cui ripartire e non dalla variazione e dalla produzione o dalla moda. Direi che Fluxus è stata una semirottura, vale a dire che è più importante come modo di pensare, perché negli anni Sessanta ha assunto un’attitudine di anti-arte, non arte, controarte, contro la produzione dell’opera. Un’attitudine che in seguito possiamo ritrovare dappertutto, da Warhol, all’Arte Concettuale. Negli anni Sessanta Fluxus aveva anche un messaggio, un entusiasmo, vent’anni dopo il risultato è che Fluxus non è riuscito nel suo programma di base, quello di cambiare l’arte“.