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Volcanic Attitude: torna il Festival dalle alte-profondità

Performance Matteo Nasini Splendore neolitico. Cratere La fossa Vulcano. Credits Emilio Messina
In partenza dal 18 al 21 giugno 2024 la terza edizione del Festival di cultura contemporanea «Volcanic Attitude». Le alte-profondità è il fil rouge ossimorico di questa edizione di «Volcanic Attitude» tra Napoli e le isole Eolie.

Dagli abissi alle costellazioni, un viaggio visionario tra vulcani sottomarini e il cambiamento climatico derivante. Uno sguardo nostalgico verso le profondità dei «cieli perduti», avvertendo l’incontinenza della terra vulcanica sotto i nostri passi.
Le opere performative e le installazioni internazionali dialogheranno con gli interventi di ricercatrici e ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geologia e Vulcanologia e dell’Istituto di Biologia Marina.

Il Festival «Volcanic Attitude» nasce dalla volontà di creare una piattaforma culturale che metta in dialogo artisti, ricercatori e scienziati nell’esplorazione dei territori vulcanici, emersi o sommersi, della zona d’interesse che passa dal Vesuvio di Napoli al Vulcano delle Eolie.
Ogni giorno una nuova tappa, all’insegna della riscoperta del territorio. Il programma è completato da conversazioni di approfondimento e momenti di convivialità, che concretizzano l’intreccio arte e scienza.

Si parte  da Napoli, il 18 giugno 2024 con la visita alla sede moderna dell’Osservatorio Vesuviano, nel cuore pulsante del monitoraggio dei fenomeni sismici dei Campi Flegrei, che, come è noto, ultimamente sono oggetto di episodi dalla particolare veemenza.
Sandro De Vita, primo ricercatore dell’Osservatorio,  guiderà alla scoperta di innovative tecnologie applicate, per le misurazioni e il monitoraggio dell’attività vulcanica.
Gli artisti  Nikolaus Gansterer, Mariella Greil, Peter Kozek, Lucie Strecker, Victor Jaschke attivatori della ricerca comunitaria “Shaken Grounds. Seismography of Precarious Presences” riflettono sull’imprevedibilità dell’interconnessione tra l’uomo e il suo ambiente. Il risultato transdisciplinare si evince dalla conferenza partecipativa.
Meta centrale del Festival è l’isola di Vulcano, raggiungibile da Napoli con Caronte & Tourist, a bordo della nave Laurana.
Ecco il secondo elemento distintivo del Festival: la barca. Durante la serata, a bordo sarà proiettato «1000 Vulcani», un racconto fotografico di Emilio Messina, fotografo paesaggista e documentarista siciliano, in dialogo con Gianfilippo De Astis, Vulcanologo di INGV.  «Il Marsili vulcano sommerso», vulcano che s’incrocia sulla rotta di navigazione, sarà oggetto di approfondimento all’interno dell’opera visiva.

Viaggio verso Vulcano sulla Nave Laurana della Caronte&Tourist. Credits Emilio Messina

Dal 19 al 21 giugno, «Vulcano» sarà teatro ambientale di performance artistiche, laboratori, conferenze scientifiche e conversazioni tra professionisti aperte al pubblico. Un «escamotage» per condividere il lato nascosto, meno turistico, dell’isola.
Domenica 16 giugno, nel pomeriggio, l’artista Ignazio Mortellaro guida alla salita al cratere La Fossa sull’isola di Vulcano. Il cammino si identifica come un’azione collettiva processionale e ascensionale sino al tramonto, dal titolo «Hymn to the stone I (ascent to Vulcano)».
Giovedì 20 giugno, in mattinata, s’inaugura «Quadrantidi», installazione ambientale dell’artista Riccardo Arena, presso la Baia di Levante – Acque Calde, che ospiterà una conversazione «Mappare i vulcani: Unrest e la storia eruttiva», del vulcanologo dell’INGV Gianfilippo de Astis.
Alle 19.00, al moletto spiaggia Sabbia Nere, a Baia di Ponente, Loredana Longo attiverà una performance dal titolo «BLACK PHOENIX».
La serata si conclude con un Dj set ambient, dai ritmi geologici, a cura di Blue Marina sulla Terrazza Hotel Les Sables Noirs & Spa.
Un’altra installazione fotografica «Storie Endemiche» dà avvio all’ultima giornata, questa volta come output creativo di un laboratorio con gli studenti del Liceo Scientifico di Lipari condotto dal fotografo Filippo Romano. L’esposizione indaga la memoria identitaria di Lipari e di Vulcano nelle connessioni meno note con il paesaggio, in dialogo con Pietro Lo Cascio, naturalista ed esperto eoliano. Nel pomeriggio, alle 17.00, è prevista una salita al Cratere La Fossa, costante presenza in questa edizione, «Il DEEP in Mediterraneo: prospettive future», un intervento sul «profondo blu», condotto dalla biologa marina Nancy Spanò. Il festival si chiuderà un’ultima performance audiovisiva di Lucie Strecker, Mariella Greil, Peter Kozek, sul progetto di ricerca austriaco Shaken Grounds in collaborazione con Victor Jaschk dal titolo «Trembling Teorema: A live re-enactment of Pasolini’s final scene from the 1968 film».

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