Il Museo Van Gogh ha acquisito «Clovis Sleeping» di Paul Gauguin. Un’opera chiave nell’opera di Gauguin e il primo dipinto impressionista dell’artista ad essere aggiunto alla collezione del museo. In quest’opera Gauguin combinò la sua tecnica impressionista e l’uso del colore con un substrato significante più profondo. «Clovis Sleeping» rappresentò una virata stilistica che debellò lo stile simbolico per il quale divenne famoso.
Il ragazzo dai lunghi capelli biondi nella foto è Clovis, il figlio del pittore. Ha cinque anni e sta dormendo profondamente, sta sognando con tutta probabilità, ha il volto rilassato. Gauguin lo ritra con dolcezza e amore sconfinato. Accanto al bambino c’è un grande boccale norvegese. Gauguin li dipinge dal vero, cogliendone le vibrazioni derivanti dalla luce e fissa le emozioni che suscitano in lui. In un secondo momento mescola quel fermo immagine, quell’angolo di vita reale con elementi immaginari. Il motivo decorativo sullo sfondo suggerisce il mondo dei sogni del bambino addormentato, aggiungendo simbolismo, subconscio e mistero all’opera.
Dipingendo il sogno di suo figlio, Gauguin dichiara la sua poetica legata al mondo delle idee e dell’immaginazione. Una presa di posizione agli antipodi della scelta stilistica basata sull’osservazione. Un’arte all’epoca più convenzionale che definiva i suoi mentori Camille Pissarro (1830–1903) e Paul Cézanne (1839–1906). L’influenza di questi maestri è chiaramente evidente nella tecnica pittorica di Clovis Sleeping. Le pennellate pronunciate e parallele e i contrasti cromatici complementari sono derivati da Cézanne.
Quando Gauguin realizzò questo dipinto, Clovis e suo fratello minore Jean vivevano con il padre a Rouen, mentre la madre e gli altri figli rimanevano a Copenaghen. Quando il pittore si stabilì a Parigi un anno dopo, portò con sé il suo amato Clodoveo. Vivevano in povertà, ma nonostante le difficoltà, Clovis era dolce e spensierato, dotato dell’ingenuità sana e pura dei bambini. A Pont-Aven Gauguin trovò una luogo di pace dove potersi concentrare completamente sulla sua arte. Mentre era lì, realizzò molti dipinti che sarebbero poi stati annoverati tra i suoi capolavori.
L’incontro con Vincent van Gogh (1853-1890), alla fine del 1887 a Parigi, sancisce un’amicizia stretta ma complessa. Nell’ottobre 1888 avviarono una convivenza nella Casa Gialla ad Arles. Lavoravano a stretto contatto, ma avevano idee molto diverse sull’arte. Gauguin lavorava partendo dal proprio paesaggio interiore, dalla sua immaginazione, mentre Van Gogh dipingeva il paesaggio circostante, ciò che osservava. Le tensioni aumentarono rapidamente. In seguito ad un grave scontro, quello del celebre episodio in cui Van Gogh si tagliò un orecchio, gli artisti si separarono e non si videro mai più di persona. Continuarono un rapporto tramite corrispondenza, che determinò un’influenza reciproca l’uno sull’altro. Anche Vincent e suo fratello Theo (1857-1891) collezionarono opere di Gauguin. Proprio grazie a questa straordinaria storia di vita e amicizia, il lavoro dell’artista diviene centrale nella collezione del Museo Van Gogh.
Per quanto riguarda Clovis, il ragazzo morì di sepsi nel 1900 in giovane età, pochi giorni dopo il suo 21esimo compleanno; non vedeva suo padre da molti anni prima. Gauguin era a Tahiti, dall’altra parte del mondo, dal 1895.