“In questo rimando continuo fra memoria personale e collettiva”, sottolinea Francesca Cappelletti, direttrice della Galleria Borghese, “tra specchi e gabbie, risiede la forza estetica della mostra, che grazie alle opere della grande scultrice novecentesca attua la mise en abyme della collezione Borghese”.
Questa estate, Roma celebra una delle artiste donne più significative di tutto il Novecento: Louise Bourgeois. Dal 21 giugno al 15 settembre Galleria Borghese ospita la personale della scultrice francese con il titolo : “L’inconscio della memoria.” L’esposizione ideata da Cloè Perrone e curata da Geradine Leardi e Phillip LarratSmith, si focalizza sulle opere scultoree dell’artista franco americana e la sua profonda connessione tra la sua pratica artistica e Galleria Borghese. La mostra si compone di circa 20 opere scultoree, disseminate per gli spazi interni ed esterni della Galleria, incentrate sui temi quali: la metamorfosi della memoria e sull’espressione di stati emotivi e psicologici che ripercorrono la suabiografia personale diventando però simbolo di emozioni universali .Rinvigorite grazie all’utilizzo di forme e materiali del tutto nuovi le hanno permesso di rappresentare una enorme sfumatura/gamma di stati emotivi. Attraverso la sua arte infatti Louise Bourgeois ha indagato le complesse dinamiche della psiche umana e ha spesso affermato che il suo processo creativo era una forma di esorcismo: un modo per ricostruire ricordi e emozioni al fine di liberarsi dal proprio passato. Sebbene si sia dedicata a pittura e disegno sarà la scultura a definire parte fondamentale del suo lavoro: incentrato su elementi autobiografici,tensioni e traumi familiari spesso rielaborati in chiave metaforica. La sua arte è infatti costruita su una forte simbologia. Nella sua arte riprende il complesso rapporto con i genitori: legami interrotti o mai recisi trasposti dall’artista Louise in numerose opere che narrano l’esperienza sconvolgente dell’abbandono e il desiderio di connettersi con l’altro. Il suo mondo fatto di intensità emotiva e ossessioni trae grande ispirazione dall’inconscio cercando di esprimere nelle sue opere l’indicibile. Bourgeois cerca tramite le sue opere di esorcizzare traumi e inibizioni usando e sperimentando in maniera straordinaria una varietà infinita di mezzi e tecniche. La mostra esplora quindi i temi della metamorfosi, della memoria, degli stati emotivi e psicologici connettendo il passato al presente per mezzo di accostamenti tra opere antiche e contemporanee. Le sue sculture infatti innescano un dialogo vibrante con l’arte classica barocca presente nella Galleria, reinterpretando forme e narrazioni tradizionali in un’inedita prospettiva focalizzandosi in particolare sui temi dell’identità , memoria individuale che diventa collettiva.
Il percorso artistico di Louise Bourgeois comincia a Parigi e si conclude a New York nel 2010 dove scompare all’età di98 anni ,considerata una tra le artiste più influenti degli ultimi decenni, incorporando nella sua arte temi della psicanalisi e del femminismo che da allora sono diventati punto di riferimento per altri artisti. Negli anni ’70, in seguito a un periodo di depressione e intensa psicanalisi, l’artista trasferitasi in Italia inizia a lavorare con nuovi materiali e, sperimentando lattice, gesso e cera , comincia a plasmare nuove forme e realizza cosi alcune delle sue opere più innovative e iconiche. Il suo rapporto con l’Italia e con le collezioni Borghese ha influenzato in modo significativo la sua pratica creativa, infatti durante la sua vita approfondi’ i suoi studi soggiornando per diverso tempo tra Pietra Santa e Carrara imparando in diverse botteghe a lavorare il bronzo e il marmo.All’interno dell’esposizione, viene ripresa la tematica della metamorfosi in particolarel’opera Janus fleuri fa riferimento a una divinità classica romana che riesce a guardare contemporaneamente il passato e il futuro e simboleggia gli inizi e le transizioni; allo stesso tempo l’opera PassageDangereux , la Cell piu grande della Bourgeois racchiudeil viaggio di una bambina che dall’innocenza infantile diventa ragazza. Simbolo del passaggio dalla gioventù alla maturità e dunque un richiamo alla scoperta sessuale.
L’artista all’inizio degli anni ’90 presenta infatti il suo primo gruppo di Cells , strutture autonome, alcune simili a stanze composte da oggetti scolpiti, trovati, conservati e tessuti che diventeranno simbolo della sua ricerca artistica. Tramite queste,Louise Bourgeois esplora i temi del desiderio della memoria dell’architettura e dei cinque sensi. Crea opere che uniscono passato e presente per essere contemplate e vissute come il ruolo che doveva avere Galleria Borghese per Scipione stesso. Un altro tema centrale è la metafora dei cicli infiniti della vita che ritroviamo nell’opera all’ingresso (Cell, The last climb)dell’esposizione simboleggiata dalla scala e dall’opera Spiral woman nell’Uccelleria. Proseguendo il percorso l’opera Cell XX (Portrait) vede l’artista addentrarsi nella ritrattistica delle emozioni presentando uno sguardo intimo sulla psiche umana.Bourgeois si distacca dalla ritrattistica tradizionale con il fine di enfatizzare l’espressione emotiva e la profondità psicologica ed esplorare le relazioni di ciascuno con l’altro.
Nel giardino troviamo l’opera The Welcoming Hands che richiama temi quali dipendenza,intimità e protezione. Centrale è l’opera Spider, realizzato in bronzo, simbolo dell’essenza protettiva e resiliente della madre. Il ragno diventa una figura positiva, la madre che era restauratrice di arazzi, ritesse la tela e la ripara. La madre è in grado di ricucire uno strappo emotivo. L’artista porterà sua madre dentro per tutta la vita cosi’ come nelle sue opere. La maestosità dell’opera si contrappone ad altre come JambesEnlacèes e Untitled dove una coppia di mani si stringe simboleggiando rifugio e protezione.Infine nella sala degli imperatori sono esposte una serie di teste di stoffa di Louise Bourgeois accanto a busti di Cesari , creando un effetto stridente rispetto al lusso materico utilizzato per i Cesari.In occasione della mostra anche Villa Medici ospita un’opera dell’artista allestita nel Salon de Lecture: No Exit, un’installazione caratterizzata da una scala incorniciata da pannelli e due sfere situate alla sua base.
Tramite le sue opere Bourgeois sembra non nascondersi ma esporsi il più possibile cercando di raccontare il proprio inconscio. L’artista è definita figura chiave tra mondo moderno e mondo contemporaneo. Un’artista che ha vissuto un secolo intero e che tramite studi e un’attenta analisi personale e psicologica riesce attraverso la sua arte a esprimere concetti ardui e complessi che colpiscono l’osservatore ediventano universali.Louise Bourgeois è riuscita a trasformare la sua vita e i suoi sentimenti in opere d’arte intime e struggenti, capaci di stravolgere lo spettatore e gettandogli addosso tutta la sofferenza e l’angoscia dell’abbandono, dopo una vita di sofferenza e di solitudine.L’arte di questa donnariesce ancora oggi a suscitare nello spettatore che ha l’occasione di ammirare i suoi dipinti,sculture e installazioni, sentimenti profondi. Il visitatore scava dentro di se ed è stimolato a compiere un viaggio di auto analisi che non lo lascerà indifferente una volta concluso il percorso espositivo. L’artista, autrice anche di diversi scritti, riesce quindi a coinvolgercie riscoprire emozioni forti e contrastanti quali l’abbandono il senso di solitudine che sempre di più caratterizza la nostra società ormai ‘virtuale’ e al tempo stesso l’importanza di tematiche sociali come il femminismo. Secondo la Bourgeois infatti dobbiamo lottare per una donna indipendente, riscattando la passività femminile. La donna deve essere soggetto attivo e non lasciarsi stritolare dalla ‘spirale’ come nell’opera esposta in Galleria,che è allegoria della sottomissione psicologica.Il visitatore terminata l’esposizione sentirà una sorta di inquietudine verso la vita e i rapporti umani che la compongono. Louise Bourgeois tramite la sua arte guarisce intimamente.