Pioniere della videoarte e tra i più grandi artisti del Dopoguerra, Bill Viola è morto a 73 anni il 12 luglio 2024. Affetto da tempo dal morbo di Alzheimer, lascia un’eredità artistica e culturale immensa.
“È con grande tristezza che il Bill Viola Studio condivide la notizia della morte di Bill Viola, uno dei più importanti artisti contemporanei al mondo. Si è spento serenamente nella sua casa il 12 luglio, all’età di 73 anni, a cause del morbo di Alzheimer. Viola lascia la moglie e collaboratrice creativa di lunga data, Kira Perov, direttrice del Bill Viola Studio, i figli Blake e Andrei Viola e la nuora Aileen Milliman“.
Con queste parole, che leggiamo sul profilo Instagram del Bill Viola Studio, apprendiamo della scomparsa di uno dei più importanti artisti contemporanei della scena mondiale. Bill Viola (nato nel 1951) è infatti riconosciuto a livello internazionale come uno dei principali artisti dal Dopoguerra ad oggi. Ha avuto un ruolo determinante nell’affermazione del video come forma d’arte e, così facendo, ha contribuito ad espandere notevolmente la sua portata in termini di tecnologia impiegate, contenuto culturale e portata storica.
Per 40 anni ha realizzato video, videoinstallazioni architettoniche, ambienti sonori e performance di musica elettronica. Le video installazioni di Viola – ambienti totali che avvolgono lo spettatore in immagini e suoni – utilizzano tecnologie all’avanguardia e si distinguono per precisione e immediatezza del messaggio. Si trovano oggi esposte nei musei e nelle gallerie più importanti al mondo.
La produzione artistica di Viola si è occupata in gran parte di temi centrali della coscienza e dell’esperienza umana: nascita, morte, amore, emozioni e spiritualità. Nel corso della sua carriera ha spesso tratto ispirazione dalle tradizioni mistiche, in particolare il buddismo Zen, il misticismo cristiano e il sufismo islamico, le quali ritroviamo nella natura trascendentale di alcune sue opere più celebri. Allo stesso modo, i soggetti e i temi dell’arte devozionale medievale e rinascimentale occidentale hanno alimentato costantemente la sua estetica moderna.
Tra le mostre più celebri a cui ha preso parte ricordiamo Bill Viola: Installations and Videotapes, al Museum of Modern Art di New York nel 1987; Bill Viola: Unseen Images, sette installazioni esposte in sei musei europei tra il 1992-1994. Viola ha rappresentato gli Stati Uniti alla 46a Biennale di Venezia nel 1995 con Buried Secrets, una serie di cinque installazioni inedite. Nel 1997 il Whitney Museum of American Art ha organizzato Bill Viola: A 25-Year Survey, che comprendeva oltre 35 installazioni e video, poi esposti nei successivi due anni in sei musei tra Stati Uniti ed Europa.
Nel 2002 Viola ha completato il suo progetto più ambizioso, Going Forth By Day, un ciclo di “affreschi” digitali proiettato in cinque parti, il suo primo lavoro in video ad alta definizione, commissionato dal Deutsche Guggenheim di Berlino e dal Guggenheim Museum di New York. Bill Viola: The Passions, una nuova serie ispirata all’arte del tardo medioevo e del primo rinascimento, è stata esposta al J. Paul Getty Museum di Los Angeles nel 2003, poi alla National Gallery di Londra, alla Fondación “La Caixa” di Madrid e infine alla Galleria Nazionale dell’Australia, Canberra.
Una delle più grandi installazioni di Viola, Bill Viola: Hatsu-Yume (First Dream) (2006-2007), ha attirato oltre 340.000 visitatori al Mori Art Museum di Tokyo. Nel 2007 nove installazioni sono state esposte alla Galleria Nazionale d’Arte Zahenta, Varsavia. Nello stesso anno il video Ocean Without a Shore è stato esposto alla Chiesa di San Gallo durante la Biennale di Venezia. Nel 2014, venti opere sono state esposte al Grand Palais di Parigi in quella che è stata forse la più grande mostra a lui dedicata.