La Compagnia del XX Secolo di Bejart venne a Genova nel lontano 1964, invitata per la prima volta da Mario Porcile alla VII Edizione del Festival Internazionale del Balletto di Nervi. Sul palco dei Parchi presentò il “Bolero” di Ravel, celeberrima creazione del coreografo belga del 1961, a cui prese parte anche Vittorio Biagi. Lo splendido “Bolero” di Bejart tornò a Nervi nel 1980 quando ad interpretarlo nel ruolo principale fu Lucina Savignano contorniata dai solisti ed il corpo di ballo del Teatro alla Scala nelle serate del 24/25/ 26 luglio che festeggiarono i 25 anni del Festival con lo spettacolo “Nervi, mia cara”.
Ma ricordiamo anche che Maurice Béjart fu consulente artistico del Festival Internazionale del Balletto di Nervi nel 2000 e nel 2001, quando la manifestazione ha avuto sede al Teatro Carlo Felice. La sua compagnia venne anche nel 2004 all’ultima edizione del festival, la 34esima. Béjart, lo sappiamo tutti, è stato uno dei maggiori coreografi contemporanei. In lui era il continuo desiderio di superare i confini geografici dei linguaggi danzati e danzanti. In lui era prorompente la necessità di far danza, qualunque fosse la location. Andavano bene stadi, piazze, arene, giardini perché la sua convinzione era: “la danza è unione, unione dell’uomo con l’uomo, dell’uomo con il cosmo, dell’uomo con Dio”. Il suo linguaggio non riguardava solo la danza, in quanto il suo modo di far spettacolo era, come lui stesso affermava, “teatro totale” basato sulla danza.
Il Béjart Ballet Lausanne, un tempo chiamato Ballet du XXe siècle, fondato a Bruxelles nel 1960 da Maurice Béjart, ha quindi un grande legame con il Festival di Nervi anche se, senza dubbio, le nuove leve di danzatori non hanno neppure conosciuto il grande maestro e forse sanno anche poco dell’esperienza nervese. In ogni caso anche quest’anno la direzione artistica del Nervi Music Ballet Festival ha ritenuto opportuno invitare la prestigiosa compagnia che si è esibita venerdì 12 luglio. Il programma, in data unica in Italia, ha visto la compagnia impegnata in tre coreografie, una di Gil Roman e due di Maurice Béjart.
Ad aprire è stata Alors on dance… !, di Gil Roman, rappresentata per la prima volta all’Opera di Losanna l’11 febbraio 2022 e dedicata a Patrick Dupond, grande stella del balletto francese. Cresciuto accanto al celebre coreografo marsigliese, e suo erede designato, Roman coltiva un’idea di balletto moderna e aperta.
Alors on danse… ! è un inno alla “danza danzata”, tutta movimento e colore. Possiamo dire un invito a gioire, a godere dello splendore e della leggerezza dei corpi, ad abbandonarsi al piacere del ballo con lo slancio tipico della giovinezza. Su musiche di John Zorn, Citypercussion e Bob Dylan i bravissimi ballerini fanno sfoggio della loro impeccabile tecnica in un susseguirsi di assoli, passi a due e trii, quartetti, ma anche danze di gruppo, che in apertura e in chiusura (quest’ultima su “Forever young” di Bob Dylan) mostrano al pubblico la loro capacità di danzare perfettamente all’unisono. Incredibile per altro veder qui danzare Elisabet Ros, danzatrice storica della compagnia, attualmente splendida cinquantacinquenne e che occupa anche la posizione di assistente alla direzione artistica del Bejart Ballet.
Ma il bello dello spettacolo arriva nella seconda parte dove sono state riprese due coreografie di Bejart, forse non le più note, ma sicuramente dense di quell’imprinting che solo il grande maestro ha saputo trasmettere alla compagnia. Liebe und Tod ( Amore e Morte) è stata composta dal coreografo belga nei primi anni 2000, ed è composta da due pas de deux su musiche da Des Knaben Wunderhorn di Gustav Mahler. Intensi i due interpreti Oscar Eduardo Chacón e Kathleen Thielhelm che ci riportano al Bejart migliore, quello indimenticabile per l’innovazione dei movimenti e la drammaticità espressiva.
Il brano che va a chiudere la serata risale addirittura al 1983. 7 danses greques, fu realizzato da Maurice Béjart su musiche di Mikis Theodorakis ed è una coreografia ispirata al folklore greco. I danzatori, in pantalone bianco gli uomini e accademico nero le donne, aprono la coreografia mimando il movimento del mare e la musica è proprio il rumore del mare. L’effetto scenico è straordinario se si pensa anche che il palco di Nervi è a pochi metri dal mare! La stessa evocazione delle onde ci sarà anche alla fine…bellissima. L’dea della grecità è suggerita da molti passi e movimenti di braccia, ma non vi è alcuna insistenza in questo, la classe del balletto accademico prevale sempre. Scene di gruppo si alternano anche qui in assoli, duetti e trii. Degno di nota il solista Alessandro Cavallo, danzatore ventitreenne brindisino, vincitore di Amici, e poi entrato nella compagnia di Losanna da inizio 2024. Molto bravo e lanciatissimo nei ruoli principali dalla direzione artistica adesso passata a Julien Favreau dopo il licenziamento di Gil Roman.
Serata tra le più riuscite di questa edizione 2024 del Nervi Music Ballet Festival: platea al completo e tanti applausi finali alla compagnia.