Erano esattamente vent’anni che il Corpo di Ballo della Scala non metteva piede a Genova, sul palco del Teatro Carlo Felice, e l’occasione era la stessa: il Festival di Nervi. Nel 2004 si trattava della XXXIV edizione del FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL BALLETTO (6-7 LUGLIO), mentre quest’anno abbiamo avuto il piacere di vedere la compagnia per il Nervi Music Ballet Festival 2024, come attualmente si chiama.
Allora si trattava della prima delle tournée estive del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala in Italia, e la compagnia si era esibita in un trittico che comprendeva “Theme and Variations” di George Balanchine, opera al debutto a Genova per il Festival Internazionale di Balletto, poi c’e stata “Annonciation” di Angelin Preljocaj e infine “La Sagra della primavera” di Maurice Béjart, che vedeva nel ruolo dell’Eletto l’étoile della Scala Massimo Murru.
Naturalmente fu uno spettacolo memorabile come lo è stato quello di quest’anno, appunto vent’anni dopo, in cui si è ovviemente riscontrata una compagnia completamente rinnovata non solo negli elementi, come era ovvio fosse, ma nel modo di danzare e concepire la danza. Un modo totalmente nuovo in cui la tecnica si mischia ad energia pura e gioia di vivere da trasmettere al pubblico. Una compagnia che oggi è nuovamente competitiva con le grandi compagnie internazionali come ai vecchi tempi, quelli delle antiche glorie. E i ballerini sono tutti giovani che si sono praticamente formati all’interno della Scala, una formazione che evidentemente dimostra di essere sempre un’eccellenza.
Un programma variegato quello di domenica 21 luglio che si divideva in due parti. La prima comprendeva due brani contemporanei , “Reveal” su musica di Philip Glass e “Skew-Whiff” sull’ouverture della “Gazza ladra” di Rossini. La prima coreografia, firmata Garret Smith sottolinea un dualismo contrapposto in genere, maschile-femminile, e in stile, classico-contemporaneo. Contrapposizione che mostra però i lati delle stessa medaglia. Gli otto danzatori sono perfetti e fantastici a cominciare da Martina Arduino, la prima ad apparire in scena, che si scontra con l’alter ego Alice Mariani. Ma stupenda nella sua flessibilità ed armonia anche Agnese Di Clemente, agevolmente tirata su e fatta volteggiare dai danzatori maschi, tutti eccellenti anch’essi, da Gabriele Corrado a Claudio Coviello, Domenico di Cristo, Mattia Semperboni, Andrea Crescenzi, Matteo Gavazzi, Rinaldo Venuti e Marco Agostino. Il tutto inserito nel perfetto gioco di luci di Michael Mazzola che indubbiamente favorisce l’effetto totale del balletto.
Totalmente diverso il secondo brano, “Skew-Whiff” , della geniale coppia di coreografi Sol León e Paul Lightfoot. Pezzo pieno di ironia nel raccontare il corteggiamento di tre uomini verso una donna. Il brano, nato nel 1996 per il Nederlands Danse Theater, qui ha visto protagonisti Maria Celeste Losa, Navrin Turnbull, Darius Gramada, Gabriele Fornaciari, splendidi danzatori tutti e quattro, anch’ essi pieni di energia in un dialogo fatto di movimenti frenetici che seguono la ritmica veloce della famosa ouverture di Rossini .
Il secondo tempo si è invece aperto con un omaggio a Roland Petit, con un estratto da “Il pipistrello” creato su musica di Strauss figlio nel 1979, interpretato da Virna Toppi e Christian Fagetti, seguito poi da “Donizetti pas de deux”, creazione di Manuel Legris, attuale direttore del corpo di ballo, con interpreti Alice Mariani e Nicola Del Freo. La coreografia del 2007 impegna senza dubbio nella tecnica classica i danzatori che hanno talmente entusiasmato il pubblico che ha cercato di ottenere un “bis“ (non concesso naturalmente).
Intensi come sempre Antonella Albano e Gioacchino Starace in “Cantata” di Mauro Bigonzetti, coreografia dai colori forti tipici del sud d’Italia, nata dall’incontro del coreografo con musicisti napoletani e pugliesi. La serata si è chiusa con “Blake Works” coreografia destinata proprio ai danzatori scaligeri creata nel 2023 dal grande William Forsythe, che ne ha curato anche scene e costumi. Un progetto che esplora la musica di James Blake e che cimenta gli interpreti in uno stile unico che si basa su un metodo di approccio al movimento creato dal coreografo americano, considerato tra i più innovativi degli ultimi decenni. Nel brano abbiano visti impegnati ancora Martina Arduino, Maria Celeste Losa, Marco Arduino, Domenico Di Cristo e Rinaldo Venuti con l’aggiunta di Camilla Cerulli, Linda Giubelli , Frank Aduca e Francesco Mascia.
Tanti applausi alla fine da parte del pubblico in cui erano presenti anche il sovrintendete del Teatro alla Scala Meyer, il direttore del ballo Legris, l’etoile adesso maitre de ballet della compagnia Massimo Murru, la direttrice dell’Accadenmia di Cannes Paola Cantalupo e il direttore dell’Accademia Princess Grace di Montecarlo Luca Masala.