Il mercato dell’arte mondiale, al giro di boa dell’anno d’aste 2024, ci restituisce un’impressione di moderato ottimismo per il suo stato di salute. Trasversalmente, operando dovute proporzioni tra le dimensioni delle maison, si è riscontrata una tenacia costante nel proseguire sul solco di un eccezionale 2022 e un resiliente 2023, pur senza raggiungere i picchi, obiettivamente troppo elevati, toccati nei mesi post Covid. Se comparti storici, come quello old masters, sta fisiologicamente stillando sempre meno aggiudicazioni clamorose, nuovi dipartimenti legati al mondo del lusso (orologi e gioielli su tutti) portano nuova linfa a un sistema che non può fare a meno di migliorarsi costantemente, o almeno tenersi in pari con quanto fatto in precedenza. Se in molti segnalano l’instabilità politica globale come fattore sfiduciante per i collezionisti, parallelamente sembra emergere la necessità di investire in arte come bene rifugio, un asset le cui oscillazioni dipendono da criteri – come quello estetico, per esempio – che esulano dalle dinamiche economiche classiche a cui altri acquisti sono legati.
Vediamo nel dettaglio come sono andate le singole realtà. Ecco in sintesi il primo semestre 2024 di Blindarte.
In linea con lo stesso segmento nel 2023, nel primo semestre 2024 Blindarte ha guadagnato 2.180.000 euro, grazie a una percentuale di venduto del 69%, con una percentuale per valore del 76%, conseguiti nelle due aste fisiche e nelle cinque online tenuto in questi mesi. Un buon risultato, che lascia la maison positiva per la seconda parte dell’anno, come sottolinea in una nota: “Ci aspettiamo un secondo semestre 2024 stabile con qualche incremento di prezzi di aggiudicazione per un numero ben individuato di artisti che hanno attirato recentemente in maniera particolare l’interesse del mercato internazionale“.