A strapparmi dal tedio di queste torride giornate estive ha provveduto la bella intervista rilasciata al Corriere di domenica 11 agosto da Pietrangelo Buttafuoco, senza dubbio quello con più uso di mondo e maggiormente attrezzato della triade della destra culturale nominata dal governo fascista (scherzo) in carica: Gennaro Sangiuliano, Alessandro Giuli e appunto Lui, il neo Presidente della Biennale. Fornito di un eloquio barocco di stampo siciliano che lo rende ad un tempo concavo e convesso, sfuggente ad ogni classificazione, scivola sulle parole da consumato Sufi, eguagliato solo dal suo conterraneo Emilio Isgrò. Due Gattopardi che pur “militanti” su fronti avversi si ritrovano nel dichiarare categoria superata la divisione destra sinistra. Saranno il marzapane o le esalazioni dell’Etna, fatto sta che il René Guénon della Trinacria elogia pure il Doge de Venexia Massimo Cacciari, più fumantino nell’eloquio, ma altrettanto ermetico nella scrittura.
Insomma, un cerchiobottismo di alta scuola di cui avevamo avuto avvisaglie durante la presentazione stampa della Biennale Architettura: una prolusione chef d’oeuvre di alta retorica, al limite delle leggi della fisica e dell’umana comprensione, per introdurne il curatore Carlo Ratti. Una vera pièce teatrale quella del Nostro – che pure di teatro si intende, essendo stato anche presidente dello Stabile di Catania – per celebrare il neo curatore. Tenuto conto che il blasonatissimo e sveglissimo Carlo Ratti è un esponente di spicco di quell’agguerrita schiera di architetti che assegna nuovi compiti e significati alla professione, attribuendoli una mission escatologica (a questo proposito, per chi ne avesse voglia, rimando a un mio pezzullo), non è un caso che le prime frasi pronunciate dal direttore siano state: “la crisi climatica sta accelerando più di quanto si poteva prevedere […], una sfida dei nostri tempi […] è un’emergenza”. Ma questo è un altro capitolo di cui mi riservo, indolenza permettendo, di raccontarvi prossimamente. Qui mi divertiva sottolineare l’elegante composizione tra il Buttafuoco pensiero, ammesso che scritti e percorsi culturali abbiano significato, e la weltanschauung di Carlo Ratti. Il Gattopardo ch’entro rugge al Presidente pare suggerirgli: se vogliamo che tutto cambi, lasciamo tutto così com’è. Geniale!
Saluti barocchi
L.d. R.