Verona, Aprile 2024. Partì tutto come una scommessa. Portare il Vinitaly nell’antica Enotria dove il vino e l’olio erano le eccellenze della Magna Grecia. Italia o Enòtria (da oinos, vino) era denominata tutta la zona a Sud di Metaponto considerata dai Greci terra eccellente per la produzione del vino e il suo raffigurato sui vasi come i crateri.
Un azzardo che ha portato nel parco archeologico di Sibari circa 20 mila persone in tre giorni per il primo Vinitaly and the City della storia nato da uno scambio di battute tra l’assessore regionale all’agricoltura Gianluca Gallo e il direttore sovrintendente Filippo Demma. I greci – come racconto nel mio libro “Magna Grecia. Rivoluzione gastronomica e arte del banchetto sibarita” (La Mongolfiera edizioni, 2017) nella loro colonizzazione introdussero le loro varietà migliori che venivano offerte in dono ai vincitori delle Olimpiadi di Atene: il greco, il grecanico, l’aglianico diffondendo il culto di Dioniso.
