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Dagli Uffizi al Diocesano: L’adorazione dei Magi di Botticelli arriva a Milano

Sandro Botticelli (Firenze 1445 -1510), Adorazione dei Magi, Tempera su tavola, 111x 134 cm, Firenze, Gallerie degli Uffizi Sandro Botticelli (Firenze 1445 -1510), Adorazione dei Magi, Tempera su tavola, 111x 134 cm, Firenze, Gallerie degli Uffizi
Sandro Botticelli (Firenze 1445 -1510), Adorazione dei Magi, Tempera su tavola, 111x 134 cm, Firenze, Gallerie degli Uffizi
Sandro Botticelli (Firenze 1445 -1510), Adorazione dei Magi, Tempera su tavola, 111x 134 cm, Firenze, Gallerie degli Uffizi
L’Adorazione dei Magi di Sandro Botticelli (Firenze, 1445 – 1510) è il Capolavoro per Milano 2024. In arrivo dalle Gallerie degli Uffizi di Firenze, sarà esposto al Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano dal 29 ottobre 2024 al 2 febbraio 2025.

Si rinnova l’appuntamento con cui il Museo Diocesano, ogni anno, porta a Milano un grande capolavoro dell’arte antica e rinascimentale. Capolavoro per Milano, che l’anno scorso ha visto protagonista uno scomparto dell’Armadio degli Argenti di Beato Angelico (dal Museo di San Marco, Firenze), nel 2024 vede al centro della scena Sandro Botticelli. In assoluto tra gli artisti più iconici dell’intero Rinascimento italiano.

In particolare, si tratta dell’Adorazione dei Magi. La tavola è stata realizzata intorno al 1475 per la cappella dedicata ai Magi della chiesa di Santa Maria Novella, a Firenze, fatta costruire a partire dal 1469 dal ricco e ambizioso uomo d’affari Gasparre del Lama. Quando la caduta in disgrazia del committente porta all’abbandono della cappella, l’Adorazione dei Magi entra quindi nella collezione della famiglia dei Medici, come risulta dagli inventari di fine XVI secolo, e dunque esposta agli Uffizi dal 1796.

Come spesso accade, alla lettura didascalica dell’episodio biblico, all’interno di un’opera, possiamo leggere ulteriori livelli di significato. Il tema, per esempio, non è affatto frutto del caso o di esigenze religioso-narrative. É stato scelto, infatti, sia per ragioni legate al nome del committente, Gasparre, come il più giovane dei re Magi, sia per rendere omaggio ai Medici, ferventi sostenitori della Compagnia dei Magi con sede a San Marco, a Firenze .

Centrale, ovviamente, è poi lo stile e l’originalità con cui Botticelli ha interpretato la scena. Una composizione equilibrata, con la capanna in posizione centrale e le numerose figure disposte in maniera articolata intorno ad essa, in grande varietà di pose e atteggiamenti, rappresentate con cromie sgargianti e una precisa resa dei particolari.

Al suo interno, su un alto basamento, sotto i raggi della luce divina, è raffigurata la Madonna con il Bambino, mentre alle sue spalle Giuseppe appare in assorta concentrazione. Ai lati, divisa in due schiere, la parata di personaggi che giungono al seguito dei Magi, composta perlopiù dai protagonisti della società fiorentina al tempo dell’ascesa dei Medici. Lo stesso Botticelli si ritrae nel ragazzo biondo sulla destra, posto di tre quarti con il manto giallo oro, che ricerca lo sguardo dello spettatore.

La scena ha dunque l’evidente intento di sottolineare la fedeltà politica alla potente famiglia fiorentina da parte del committente, rappresentato nell’uomo canuto con il manto azzurro sulla destra, rivolto verso lo spettatore, ma anche quello di riconoscere il valore divino nell’operato terreno dei Medici.

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