La curatrice Virginia Brilliant ha risolto la causa che aveva intentato contro i mercanti d’arte Edmondo di Robilant e Marco Voena e l’omonima galleria. Le accuse riguardavano molestie sessuali, antisemitismo e misoginia.
Un accordo di conciliazione confidenziale a cui tutte le parti sono vincolate chiude la vicenda legale che coinvolgeva Robilant + Voena e la curatrice Virginia Brilliant, che ha lavorato nella galleria dal 2019 al 2023. Brilliant aveva accusato i galleristi di aver usato espressioni ingiuriose contro ebrei e neri, oltre ad aver costretto la donna in un ambiente di lavoro tossico, anche dal punto di vista sessuale.
Robilant e Voena hanno dichiarato tramite un portavoce: “Siamo lieti che la dottoressa Brilliant abbia ritirato la causa contro di noi, anche se ci dispiace che sia stata presentata in primo luogo. Abbiamo sempre augurato solo il meglio per Virginia e continuiamo a farlo. Siamo lieti che questa sfortunata questione sia ormai alle spalle“.
Inoltre, la causa, presentata a maggio, includeva anche il rimborso per le cure oncologiche di cui Brilliant necessitava, che Robilant e Voena si erano offerti di pagare, senza però mai mantenere la promessa. Così la curatrice chiedeva 3 milioni di dollari per i danni di tutto ciò che aveva subito, oltre al rimborso delle spese legali.
I due mercanti, che hanno gallerie a Londra, Milano, Parigi, St. Moritz e New York, hanno respinto le accuse di Brilliant a luglio presentando una mozione alla Corte Suprema dello Stato di New York per respingere la sua denuncia, nella quale affermavano che la causa era “piena di informazioni false, in quello che sembra essere un bizzarro tentativo di danneggiare la loro reputazione impeccabile“.