Dal 20 settembre al 30 ottobre 2024, lo spazio Extra Art degli Horti di Pavia ospiterà la mostra “LA LUNGA ARTE”, un evento che celebra la profonda amicizia tra lo scrittore Francesco Leonetti e l’artista Arnaldo Pomodoro.
L’esposizione si tiene nella cappella sconsacrata, ora trasformata in spazio Extra Art, adiacente all’edificio settecentesco degli Horti di Pavia. La mostra è stata ideata per celebrare il centenario della nascita di dello scrittore Francesco Leonetti, in un luogo che già accoglie la Triade permanente di Arnaldo Pomodoro, volendo così omaggiare la grande amicizia tra i due artisti. Leonetti e Pomodoro si conobbero nei primi anni Sessanta a Milano, dando avvio a una straordinaria collaborazione artistica fatta di sperimentazione e reciproca contaminazione.
Il percorso espositivo si apre con una serie di bassorilievi in cui Pomodoro incide i versi poetici di Leonetti, affiancandoli alle sue iconiche immagini. Lo scrittore ha vissuto con difficoltà il passaggio dal XX al XXI secolo, come dimostrano le sue riflessioni sul tempo e sulle differenze tra le epoche che ha attraversato.
Proseguendo nella mostra, si possono ammirare diversi testi teatrali accompagnati da immagini degli spettacoli frutto della collaborazione tra i due, per i quali Pomodoro ha curato le scenografie. Tra le opere esposte, spiccano anche le immagini del progetto per il cimitero di Urbino, una delle grandi opere incompiute dello sculture, curata da Leonetti.
Il percorso si conclude con alcuni bozzetti preparatori della colonna di bronzo situata nel cortile. Avvicinandosi, si riconosce Il movimento di crollo (1971), una scultura frutto dello studio di Pomodoro sul concetto di crollo: l’opera cattura l’istante prima che le due metà della colonna si separino, immobilizzando così il momento immediatamente precedente al crollo.
A cornice della mostra troviamo una delle più grandi aree verdi del centro storico di Pavia, il parco Horti, trasformato dopo il 2020 dall’Almo Collegio Borromeo nella veste che conosciamo oggi. La quarantena, sebbene difficile, ha lasciato in eredità anche qualcosa di positivo: abbiamo potuto osservare come la natura, senza l’intervento costante dell’uomo, riuscisse a riconquistare i propri spazi. Così il collegio ha scelto di preservare ciò che di buono questo periodo ci ha insegnato, trasformando questo verde in uno spazio pubblico dove si intrecciano habitat naturali, arte contemporanea, riflessione culturale, impegno etico e inclusione sociale.
Tra le iniziative del parco, spiccano i progetti volti alla tutela di alcune specie in via d’estinzione, ora ospitate all’interno dell’area. Un simbolo tangibile di questo impegno è inoltre “il prato disobbediente”: qui la natura non viene costretta a conformarsi agli standard estetici umani, come accade nei giardini dalle siepi curate. Al contrario, le piante vengono seminate e lasciate crescere liberamente, creando un paesaggio selvaggio che, in primavera, si trasforma in un’esplosione di fiori colorati.
Inoltre, Horti promuove iniziative di reintegrazione sociale, coinvolgendo ex detenuti e tossicodipendenti nella cura del giardino. Attraverso questo contatto con la natura e l’arte, i partecipanti trovano un’opportunità di crescita interiore. Come sostenuto dal rettore del collegio, Horti diventa così non solo uno spazio verde, ma un luogo di incontro umano, dove si creano arte e bellezza attraverso la condivisione, esattamente come avvenne nell’incontro tra Leonetti e Pomodoro.