Mille espositori e tre collaterali si dividono i quattro padiglioni lungo i quali si distribuisce Mercanteinfiera Autunno, fiera cult del palinsesto italiano, a Fiere di Parma dal 12 al 20 ottobre.
Ha inaugurato sabato 12 ottobre quel piacevole caos che è Mercanteinfiera. Come un caravanserraglio lungo la via della seta, la fiera parmense pare punto di arrivo e di passaggio di migliaia di commercianti che si radunano in primavera e autunno negli spazi industriali ai limiti della città, che con la loro eterogenea e colorata proposta si accende a vita nuova. Un susseguirsi intenso e all’apparenza incontrollato che può generarsi solo dall’incalcolabile ampiezza di una proposta che, partendo dalle mille gallerie espositrici, va quindi moltiplicata per le opere che nei loro stand esse propongono.
E cosa scovare, in questo oceano chiassoso dove a fare rumore è la qualità brulicante? Oggetti che attraversano cinque secoli di stile del gusto per arrivare alle proposte spesso fuori produzione di designer universalmente riconosciuti come Gio Ponti, Gaetano Pesce, Franco Albini, Iosa Ghini, Joe Colombo e Vico Magistretti, solo per citarne alcuni. Antiquariato, modernariato e design da collezione in quantità e qualità probabilmente non riscontrabili altrove, tanto che sono sempre di più, e sempre più dall’estero, i visitatori che considerano Mercanteinfiera una tappa imprescindibile del loro itinerario collezionistico. Un bazar di quattro padiglioni dove scovare articoli di moda, orologeria e moda, dove l’horror vacui è un mantra e l’occhio – e le tasche – sono pronti ad abbuffarsi.
D’altra parte, l’ambizione totale di Mercante, che ambisce a toccare quante più epoche e generi, non si esaurisce nella proposta di vendita, ma si declina anche in tre mostre collaterali nel pieno stile della fiera: curiose, divertenti, originali. Per sintetizzarle in una frase, saranno l’equivalente di “un viaggio dai profumi allo spazio sulle note dei Beatles“.
A partire da La forma del profumo: flaconi tra arte e storia, che si avventura nella particolare arte dei portaprofumo, realizzati nei secoli in diverse soluzioni e materiali: argilla, vetro, porcellana capodimonte, madreperla, tagua e corozo. Una storia per ogni oggetto, come quella che racconta un flacone in vetro verde e ottone, attaccato a una catena da orologio maschile, che mostra un cannone e alcune parole in bulgaro che significano “Società della Valle del Male Klisura” e la data 1876, riferimento alla “Rivolta di aprile”, quando molti villaggi bulgari si ribellarono all’Impero ottomano.
E se di storie si parla, cosa c’è di più incredibile dell’esplorazione spaziale? Shoot for the moon: come abiteremo il nostro satellite, in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Europea ESA, racconta un aspetto forse tra i meno battuti dei viaggi astronomici: il design spaziale e il suo fondamentale ruolo per tornare e restare sulla Luna, 54 anni dopo lo storico allunaggio di Apollo 11. Fotografie, disegni e materiali avveniristici raccontano il lavoro di frontiera di uomini e donne impegnate a percorrere “quel millimetro in più verso l’ignoto”, scrive Tommaso Ghidini in Homo Caelestis.
Il programma si chiude con Beatlemania: a spasso nella storia dei Fab Four, che celebra il 60° anniversario di A Hard Day’s Night, che racconta la vicenda di quattro ragazzi che da Liverpool conquistarono Europa e Stati Uniti, scrivendo pagine indimenticabili della storia della musica e della cultura di massa.