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Il Surrealismo e l’Italia. Libri d’artista in mostra alla Fondazione Magnani-Rocca

Alberto Martini, Ritratto di Wally Toscanini, 1925 Alberto Martini, Ritratto di Wally Toscanini, 1925
Alberto Martini, Ritratto di Wally Toscanini, 1925
Alberto Martini, Ritratto di Wally Toscanini, 1925

Nell’ambito della mostra Il Surrealismo e l’Italia, esposti fino al 15 dicembre preziosi libri d’artista proveniente dalla collezione di Corrado Mingardi

Presso la Fondazione Magnani-Rocca, nell’ambito della mostra Il Surrealismo e l’Italia, sono esposti, fino al 15 dicembre, alcuni preziosi libri d’artista realizzati da grandi artisti del Novecento e che provengono dalla raffinata collezione di Corrado Mingardi. Si tratta di opere di maestri quali Giorgio de Chirico, Max Ernst, Man Ray, Joan Mirò, André Masson, Sebastian Matta, Alexander Calder e Enrico Baj, donati da Corrado Mingardi alla Biblioteca Fondazione Cariparma di Busseto.

Calligrammes é un libro che nasce dai dialoghi tra Guillaume Apollinaire e l’amico Giorgio de Chirico e rappresenta un passaggio importante nella storia del Surrealismo. All’inizio del 1914, Apollinaire stava sperimentando una relazione inedita tra parola e immagine, collocando i versi sulla pagina in modo tale da delineare un disegno. A pochi giorni dalla morte di Apollinaire, nel novembre 1918, Giorgio De Chirico, ricordando l’amico, definiva i calligrammi «[…] poesie ove i versi serpeggiano teneramente […], tracciando sul bianco della carta i rettangoli e le spirali della sua cronica malinconia».

 

Calligrammes, nato dai dialoghi tra Guillaume Apollinaire e Giorgio De Chirico
Calligrammes, nato dai dialoghi tra Guillaume Apollinaire e Giorgio De Chirico

Viaggio immaginario

Anche il libro Les Erophages nasce dal dialogo tra un artista, André Masson e uno scrittore, André Maurois, che si confrontano sul tema fantastico di un viaggio immaginario. Diverso, invece, il percorso dei 184 lavori grafici di Max Ernst, Une semaine de Bonté ou les sept éléments capitaux (una settimana di bontà o i sette elementi capitali), realizzati dall’artista durante il suo soggiorno estivo presso il castello di Vigoleno, tra Parma e Piacenza. Si tratta di “romanzi collage” visivi, che contengono sequenze associative di immagini, ottenute combinando illustrazioni di romanzi pulp del XIX e dell’inizio del XX secolo, riviste scientifiche, cataloghi di vendita per corrispondenza e riviste di storia naturale.

 

Max Ernst, Une semaine de Bonté ou les sept éléments capitaux
Max Ernst, Une semaine de Bonté ou les sept éléments capitaux

Pubblicata a Parigi nel 1934, quest’opera consiste in 5 quaderni, contenenti 173 collages e 9 disegni. Come sottolinea Mauro Carrera ‘Ernst ritagliò minuziosamente incisioni tratte da romanzi popolari, riviste di scienze naturali e cataloghi del XIX secolo, assemblandoli con una tecnica raffinatissima in collages di grandissima efficacia straniante’.

Titoli enigmatici

Nella mostra é presente anche il libro illustrato Parler seul, un dialogo tra lo scrittore Tristan Tzara e il pittore Joan Mirò. Si tratta di uno dei più significativi libri d’artista del dopoguerra, pubblicato a Parigi nel 1950. “Come detto dentro vo significando” é il titolo, piuttosto enigmatico, del libro di Roberto Sebastian Matta, realizzato dall’artista stesso, in tutta autonomia e pubblicato nel 1962 a Losanna. Ispirato alla Divina Commedia dantesca, il testo é illustrato da 25 acqueforti e acquetinte, di cui 16 a colori. A queste opere si affiancano, nello sviluppo del percorso della mostra, le fotografie di Man Ray, scattate tra il 1920 e il 1934. ll volume Fetes (feste), pubblicato nel 1971, é un poema in prosa, scritto da Jacques Prévert e illustrato dall’artista Alexander Calder, con 8 acquatinte, realizzate con una tecnica particolare.

 

Parler seul, dialogo tra Tristan Tzara e Joan Mirò
Parler seul, dialogo tra Tristan Tzara e Joan Mirò

Interessante e ironica é la presenza, nella mostra, del libro-oggetto Cette cravatte en vaut pas une medaille, realizzato da Enrico Baj nel 1972. Baj raccolse, per certi versi, l’eredità del Surrealismo e la sua opera rappresenta l’ennesima testimonianza critica dell’artista nei confronti della società contemporanea, in quanto la cravatta diviene simbolo dell’omologazione, uno status quo per chi la indossa che, in realtà, è privo di significato, un esempio del prevalere della forma sulla sostanza. Ad Enrico Baj, peraltro, in occasione del centenario della nascita dell’artista, é dedicata la mostra presso il palazzo Reale di Milano, dall’8 ottobre 2024 al 9 febbraio 2025.

Una delle cravatte di Enrico Baj
Una delle cravatte di Enrico Baj

Il caso Alberto Martini

Un approfondimento speciale merita l’opera di Alberto Martini, noto soprattutto per aver illustrato, con le sue incisioni, la Divina Commedia. Nella mostra ‘Il surrealismo e l’Italia’ sono presenti solo alcuni lavori grafici di Alberto Martini, un artista controverso, che visse alterne vicende con Margherita Sarfatti e non aderì mai esplicitamente al Surrealismo. In questo periodo e fino al 25 marzo 2025 é possibile ammirare la maggior parte delle sue opere, comprese le meravigliose illustrazioni dei racconti di Edgar Allan Poe, presso la fondazione Foscolo, a Oderzo (in provincia di Treviso), dove il pittore nacque. E fortunatamente, quest’anno, con l’occasione del settantesimo anniversario della sua morte, l’opera di Alberto Martini si potrà vedere in diversi luoghi d’Italia e d’Europa.

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