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Prima del Futurismo. A Parma 100 opere raccontano il giovane Umberto Boccioni

Umberto Boccioni, Il romanzo di una cucitrice, 1908, olio su tela.
Umberto Boccioni, Il romanzo di una cucitrice, 1908, olio su tela.
100 opere raccontano il giovane Umberto Boccioni, prima dell’approdo al Futurismo, attraverso tre città che l’hanno formato: Roma, Venezia e Milano. Alla Fondazione Magnani-Rocca dal 9 settembre al 10 dicembre 2023 nella sede di Mamiano di Traversetolo, Parma.

Boccioni prima di Boccioni. O meglio: Boccioni prima del Boccioni futurista, quello per cui è da tutti conosciuto e apprezzato. Ovvero il giovane pittore, dalla primissima esperienza a Roma, a partire dal 1899, sino agli esiti pittorici immediatamente precedenti l’elaborazione del Manifesto dei pittori futuristi nella primavera del 1910. Un decennio cruciale in cui Boccioni sperimenta tecniche e stili alla ricerca di un linguaggio originale.

La mostra è suddivisa dunque in tre macro sezioni geografiche legate alle tre città che più di tutte hanno rappresentato punti di riferimento formativi per l’artista: Roma, Venezia e Milano. Curate rispettivamente da Francesco Parisi, Virginia Baradel e Niccolò D’Agati. Un nuovo focus reso possibile dalle ricerche attorno ai diari e alla corrispondenza di Boccioni, che hanno svelato inediti dettagli attorno all’artista.

E soprattutto, ovviamente, grazie ad alcune delle opere a olio su tela più note della prima produzione dell’artista, come Campagna romana del 1903 (MASI, Lugano), Ritratto della signora Virginia del 1905 (Museo del Novecento, Milano), Ritratto del dottor Achille Tian del 1907 (Fondazione Cariverona), Il romanzo di una cucitrice del 1908 (Collezione Barilla di Arte Moderna), Controluce del 1909 (Mart, Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto), nonché tempere, incisioni, disegni. A cui si affiancano le opere di artisti a lui vicini come Giacomo Balla, Gino Severini, Roberto Basilici, Gaetano Previati, Mario Sironi, Carlo Carrà e Giovanni Sottocornola.

Umberto Boccioni, Campagna romana o Meriggio, 1903, olio su tela.
Umberto Boccioni, Campagna romana o Meriggio, 1903, olio su tela.

Roma

Tutto iniziò a Roma, dove Boccioni conosce Giacomo Balla, il quale lo introduce al divisionismo. “Senza tuttavia insegnarcene le regole fondamentali e scientifiche” come ricordava nelle memorie il compagno Gino Severini. Se questo ha rappresentato l’avvicinamento dell’artista alla pittura, in questo periodo Boccioni si interessa anche all’illustrazione commerciale – la réclame – che rappresentava come prodotto artistico, una perfetta e “straordinaria espressione moderna”. Ad accomunare le due vie espressive il carattere ribelle del pittore. Tanto che la sezione presenta la ricostruzione di una parte di una mostra che Boccioni organizzò negli anni romani: la “Mostra dei rifiutati” organizzata nel foyer del Teatro Costanzi per permettere agli oppositori delle tendenze ufficiali di esporre le proprie opere.

Venezia

Il secondo polo della formazione boccioniana è rappresentato dai soggiorni padovani e dall’ultimo soggiorno veneziano che coincide con la Biennale del 1907. Questa sezione intende mettere a fuoco tanto il progredire della pittura di Boccioni, quanto la posizione estetica dell’artista rispetto a ciò che ha modo di osservare e conoscere a Venezia. Si evidenzia dunque una sorte di prima e dopo, di snodo artistico, che vede nel suo centro Padova e ai suoi lati Parigi (dove Boccioni si era recato in viaggio poco prima) e Venezia, che come detto visiterà poco dopo. In particolare in laguna si segnala l’avvicinamento dell’artista al mondo dell’incisione, sotto la guida di Alessandro Zezzos. Alcune delle opere di questo periodo – su tutte delle lastre metalliche recentemente ritrovate – trovano spazio in mostra.

Milano

Terza e fondamentale tappa è Milano, dove Boccioni giunge nel settembre 1907. L’importanza del confronto con il capoluogo lombardo è inserita nella mostra tramite l’accostamento delle opere di Boccioni a quelle degli artisti attivi a Milano a inizio secolo, in particolare Previati, cercando di mettere in evidenza il posizionamento dell’artista e l’originalità della sua ricerca all’interno di una frangia dell’avanguardia più sperimentale e di nicchia che aveva come punto di riferimento la Famiglia Artistica, associazione frequentata dallo stesso Boccioni che costituisce un importante punto di contatto fra l’artista e i futuri aderenti al movimento futurista.

Umberto Boccioni, Nudo di spalle (Controluce), 1909, olio su tela.
Umberto Boccioni, Nudo di spalle (Controluce), 1909, olio su tela.
Umberto Boccioni, Ritratto della Signora Maffi, 1910, acquerello e matita su carta. Galleria dello Scudo, Verona.
Umberto Boccioni, Ritratto della Signora Maffi, 1910, acquerello e matita su carta. Galleria dello Scudo, Verona.

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