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Mercanteinfiera 2024: la fiera d’antiquariato dove scovare memorie e sorprese

Smalto del 1500 di manifattura limosina
Radio anni ’50 e jukebox

Antiquariato, design e la giusta dose di inatteso. Mercanteinfiera torna a Fiere di Parma dal 2 al 10 marzo 2024 con oltre 1000 espositori e una proposta che sembra davvero non esaurirsi mai. Tre le mostre collaterali in programma.

Un salone per esperti d’arte, o per cacciatori di memorie. Entrambe le definizioni ben si adattano a Mercanteinfiera, fiera di riferimento per l’antiquariato, il design storico, il modernariato e il collezionismo vintage. Rimane dunque un sapore d’avventura, d’esplorazione, girando tra gli oltre 1000 espositori e le loro proposte eterogenee. Un evento dalle dimensioni impressionanti, che punta ad attirare il visitatore (sono circa 50 mila ogni edizione) e avvolgerlo in un’esperienza sfaccettata. Punto di forza, quest’anno, i maestri del design d’autore: Gio Ponti, Gaetano Pesce, Franco Albini, solo per citarne alcuni. Importante anche la presenza di molti gioielli anche antichi, come anche delle grandi firme dell’orologeria da collezione (Rolex, Audemars Piguet, Vacheron Constantin, Patek Philippe, Hublot) e tutto l’arsenale seduttivo della moda d’antan. Spicca anche la presenza di alcuni jukebox, oggetto di design che si porta dietro un bagaglio simbolico che sfiora il mito.

E infine, ovviamente, le collaterali. Non c’è Mercanteinfiera senza il contorno di mostre che impreziosisce l’offerta culturale. Proprio come le proposte dei suoi espositori (qualche volta eccentriche, sempre particolari), anche le esposizioni si distinguono per la raffinatezza dei temi.

Se, come detto, quest’anno tornano protagonisti i gioielli, massima attenzione alla mostra Gioiello Maschile: dallo splendore settecentesco al glamour genderfluid (Pad.4), curata da Mara Cappelletti, storica del gioiello. Un’esplorazione che racconta non solo il suo valore materiale, ma anche quello simbolico: dalle rappresentazioni di ruoli sociali tradizionali, oltre che di emblemi universali eterni e ancestrali. Per farlo analizza la dimensione comunicativa dei gioielli e di come le tendenze, gli stili e le mode siano evolute dal Settecento fino ad oggi. Dagli sfarzosi ornamenti settecenteschi a quelli ottocenteschi ispirati alle culture antiche, dalle numerose tendenze del Novecento fino a giungere agli anni Duemila, quando i gioielli diventano fluid e la domanda si impone: esistono ancora gioielli da donna e da uomo?

La seconda mostra in programma è Wake Up! Design Matchmaking, che espone una selezione di 36 progetti realizzati dagli studenti del corso “Lifestyle and Fashion” del Politecnico di Milano Scuola del Design, in collaborazione con 15 brand emergenti appartenenti al nuovo Made in Italy. L’attenzione, in particolare, è concentrata sui temi più attuali della moda del momento, come la nuova artigianalità e la sostenibilità, così come il made in Italy. La mostra si configura come un vero e proprio festival di due giornate (2-3 marzo 2024) con stand espositivi, panel, talk e workshop.

La terza ed ultima mostra, dal titolo Goodwood Revival VS Maranello, è una raccolta di scatti in cui l’artista tedesco Uli Weber ritrae la celebre corsa di auto d’epoca Goodwood Revival, organizzata nel West Sussex dal duca di Richmond. Fra gli anni ’30 e la metà degli anni ’60, la tenuta Goodwood era il tempio delle gare sportive, il cui fascino Weber rievoca attraverso fotografie che esaltano la velocità, l’energia e la tensione cinetica di macchine che non si allontanano troppo dalle definizione di opera d’arte.

Smalto del 1500 di manifattura limosina
Djinn Chair by Olivier Mourgue. Anni 60
Foto d’archivio I Corona in perle e brillanti

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