Print Friendly and PDF

La Fondazione Giorgio Griffa a Torino: un nuovo spazio culturale, un luogo di conservazione, un laboratorio di idee

Courtesy Fondazione Giorgio Griffa photo credit Federico Rizzo
Courtesy Fondazione Giorgio Griffa
photo credit Federico Rizzo

Un bel sole accarezza le strade di Torino, dove la storia e l’arte sembrano sempre aver trovato un terreno fertile. Il 24 ottobre 2024, questo legame si concretizza in un nuovo spazio culturale: la Fondazione Giorgio Griffa. Una bella storia che nasce con un bel background che porta il peso di decenni di sperimentazione e arte contemporanea, in un contesto che unisce la memoria industriale con l’urgenza creativa del presente. Torino non è nuova a cose de genere, sappiamo quanto sia nota per le sue storiche istituzioni artistiche, ma in questo caso apre le porte a una realtà nuova con un aria diversa, proprio nell’ex edificio Michelin di Via Oropa 28.

Giorgio Griffa, figura centrale della scena artistica italiana, ha sempre lavorato all’intersezione di segno, materia e tempo.

Courtesy Fondazione Giorgio Griffa
photo credit Federico Rizzo

“(…) io sono convinto che fin dall’inizio del Novecento le arti cioè sia la poesia, sia la musica sia la pittura, hanno segnato che doveva finire il principio di dominazione. E poi, gli anni successivi, a partire poi da Hiroshima, arrivare fino ad oggi, dimostrano quanto sia vera questa terribile forza, di distruzione, che hanno quelli che posseggono i mezzi di dominazione. A mio parere, l’arte, è l’unica cosa da fare, continuare questa strada, sperando che in un secolo o l’altro si abbandoni il principio di dominazione.” Ci racconta Giorgio Griffa.

La sua pittura è un dialogo zen con lo spazio vuoto, con ciò che non è detto ma suggerito. Nella sua fondazione, questo dialogo si amplia, diventando un incontro tra artisti, curatori e pubblico. C’è qualcosa di quasi utopico nel progetto della Fondazione Giorgio Griffa: l’idea di creare uno spazio aperto, in cui l’opera d’arte non sia solo oggetto da osservare, ma esperienza da vivere e comprendere, uno stimolo costante per nuove riflessioni.

Courtesy Fondazione Giorgio Griffa
photo credit Federico Rizzo

Parlando della mostra d’apertura, INSIDE, sembra voler incarnare questa filosofia. Curata da Sébastien Delot, la collettiva riunisce artisti come Marco Gastini, Luigi Mainolfi, Nunzio, Elisa Sighicelli, Grazia Toderi e Gilberto Zorio, tutti legati in qualche modo a questo spazio, a questa comunità creativa che ha abitato l’edificio per anni. Non è solo una mostra, è un omaggio alla storia che pulsa tra quelle mura: un ex lanificio del 1916, poi bombardato e ristrutturato, infine convertito da Michelin in un magazzino di pneumatici. Un testimone silente della metamorfosi torinese da polo industriale a centro culturale.

Gli artisti, nelle loro diverse forme espressive, sembrano dialogare tra loro attraverso il tempo e la materia, esplorando la tensione tra il segno e la sua assenza, tra la forma e il vuoto. Le opere, sparse in un percorso espositivo di 200 metri quadri, svelano una complessità di intenti: sono disegni, pitture, sculture e fotografie che attraversano le stagioni della creatività. Un video di 30 minuti accompagna la mostra, come un diario visivo che cattura l’essenza di ciò che ha portato all’apertura della Fondazione.

Courtesy Fondazione Giorgio Griffa
photo credit Federico Rizzo

Ma questa non è solo una storia di passato e presente sarebbe troppo scontato. La Fondazione Giorgio Griffa guarda al futuro, con l’obiettivo di coinvolgere nuove generazioni e avvicinarle all’arte. Progetti editoriali, incontri e attività educative sono parte integrante della sua missione. In questo spazio, l’arte contemporanea non è un mondo chiuso, ma una porta aperta. E proprio come le pennellate incomplete e i segni sospesi di Griffa, anche questa fondazione sembra suggerire che c’è sempre qualcosa di non detto, di ancora da scoprire e da esplorare.

Così, mentre le foglie ci ricordano che anche se c’è un sole bello pieno siamo in autunno inoltrato, Torino accoglie questa nuova era per l’arte contemporanea. La Fondazione Giorgio Griffa si propone di essere non solo un luogo di conservazione, ma un vero e proprio laboratorio di idee, dove la sperimentazione e il dialogo sono il cuore pulsante. E se è vero che l’arte ha la capacità di trasformare, questo spazio sembra pronto a ridefinire il ruolo della cultura nella città.

Commenta con Facebook

Altri articoli