Curata da Bonaventure Soh Bejeng Ndikung, direttore della Haus der Kulturen der Welt (HKW) di Berlino, con Alya Sebti, Anna Roberta Goetz e Thiago de Paula Souza, oltre alla co-curatrice Keyna Eleison e al consulente strategico Henriette Gallus, la 36ma Biennale di São Paulo – che aprirà a settembre 2025 – annuncia oggi il suo profilo
Non tutti i viandanti/ percorrano strade,/ ci sono mondi sommersi,/ che solo il silenzio/ della poesia penetra: con questi ultimi versi della scrittrice Conceição Evaristo, presi dalla poesia Da calma e do silêncio, prende ufficialmente il via la nuova Biennale di São Paulo, che debutterà il prossimo settembre al Pavilhão Ciccillo Matarazzo del Parque Ibirapuera, sotto il titolo ufficiale di “Not All Travellers Walk Roads – Of Humanity as Practice”. E se la lista degli artisti partecipanti ancora non è stata resa nota, possiamo già intravedere il “timbro” che Bonaventure Soh Bejeng Ndikung traccerà con il suo passaggio: “In un momento in cui gli esseri umani sembrano aver nuovamente perso di vista cosa significhi essere umani, in un’epoca di crisi sociopolitiche, economiche e ambientali aggravate in tutto il mondo, è urgente invitare artisti, studiosi, attivisti e altri operatori culturali di una vasta gamma di discipline a unirsi a noi nel ripensare cosa potrebbe significare umanità. Nonostante o a causa di tutte queste crisi e urgenze, dobbiamo concederci il privilegio di immaginare un altro mondo attraverso un altro concetto e pratica di umanità”, si legge nello statement che anticipa una manifestazione che, appunto, stavolta si proporrà di ripensare l’atteggiamento umano come uno spazio di coesistenza, nel quale il progetto curatoriale attingerà al paesaggio, alle mitologie e agli “incontri” che hanno marcato e delineato la storia culturale e identitaria del Brasile.
Tre assi curatoriali
Insieme a Conceição Evaristo e alla sua Della calma e del silenzio a evocare l’importanza dell’ascolto poetico e dell’accogliere le differenze, suggerendo una riconnessione con l’ambiente naturale, ci sarà anche un secondo nucleo, dedicato all’interrogazione dell’altro, affrontando le barriere e i confini delle nostre società, ispirato dalla poesia Une conscience en fleur pour autrui del poeta haitiano René Depestre. Infine, il terzo frammento/asse si concentra sugli spazi di incontro, a riflettere sulla colonialità, sulle strutture di potere e le ramificazioni di esse nelle nostre società odierne, la cui ispirazione viene dal movimento manguebit e dal suo manifesto Crabs with Brains, inteso come una rappresentazione del cosiddetto cervello sociale collettivo. Altro elemento “relazionale”, che ricorda un po’ la costruzione della Documenta del 2012, è quello delle “Invocations”, ovvero una serie di collaborazioni con istituzioni culturali in diverse parti del mondo, per mettere “in scena” poesia, musica, performance, incontri e panel in armonia con le idee della 36ma Biennale, indagando e comprendendo le nozioni di umanità in differenti geografie, dal Marocco a Guadalupe, fino al Giappone.
La programmazione e l’identità visiva
In una comunicazione congiunta da parte del Presidente della Fundação Bienal, Andrea Pinheiro, e dal suo Consiglio di Amministrazione, il periodo della Biennale di São Paulo (la seconda più antica del mondo, dopo Venezia) per l’edizione 2025 è stato esteso di un mese: l’evento, gratuito, avrà così una durata di 4 mesi, dal 6 settembre 2025 all’11 gennaio 2026. Ad occuparsi dell’identità visuale della manifestazione sarà invece lo studio berlinese Yukiko, fondato da Michelle Phillips e Johannes Conrad. Anche in questo caso il concetto visivo è ispirato all’idea di umanità come pratica, enfatizzando interconnessione, empatia e coesistenza creativa.