Campos-Pons pratica fotografia, performance, pittura, film e video, ma con l’acquerello mira all’essenza, componendo deflagrazioni cromatiche e inventando sempre nuove visioni di straordinaria potenza estetica, alla ricerca del principio del mondo
Maria Magdalena Campos-Pons, nata nel 1959 a La Vega, nella provincia di Matanzas a Cuba, cresciuta in una piantagione di canna da zucchero in una famiglia di origine nigeriana, ispanica e cinese, è un’artista transnazionale che ha lavorato da oltre quarant’anni con fotografia, installazioni, dipinti e performance. Emigrata a Boston nel 1991, dove ha fondato il suo studio e ha insegnato alla SMFA (School of the Museum of Fine Arts at Tufts University) fino al 2017, attualmente vive a Nashville, nel Tennessee. Di lei dice:«Sono nera, cubana, donna, cinese. Sono arazzo di tutto questo», e ha esplorato le sue origini ancestrali yoruba e cinesi e la tradizione della Santeria portata avanti dai membri della sua famiglia yoruba.
La Santeria (definita religione femminile) è una pratica spirituale sviluppata dagli schiavi africani a Cuba, combinando le influenze dei sistemi religiosi yoruba e cattolico-romani. Questa religione è plasmata e praticata per lo più da donne. Nel suo segno astratto-lirico, praticato dal 2000, ogni singolo frammento, entità pseudo-biologica dall’origine misteriosa, è connesso al divenire dell’universo e alle sue vicende biografiche. L’artista si distingue per colori brillanti e diafani, trattenuti in segni rigeneranti che non si confondono con nessun altro, incantano le sue deflagrazioni formali che arrivano dirette nell’anima di chi le osserva per cogliere l’essenza del principio delle cose, con grazia ed eleganza. Campos-Pons riesce, in sintetici tratti, a fondere armonicamente differenti tradizioni e culture all’insegna di una transreligiosità universale, affascinante anche per i laici.
Entriamo in punta di piedi nel suo complesso e poetico immaginario, in cui si ibridano componenti autobiografici con la storia di Cuba e delle donne represse dallo Stato cubano, nella società e nell’arte, a Milano, dove per la prima volta in Galleria San Fedele presenta ventisette straordinari acquerelli, stemperati dall’acqua con grande abilità e maestria, dipinti tra il 2023 e il 2024, più un video ipnotico nella mostra personale intitolata In The Beginning, a cura di Andrea Dall’Asta e Francesca Pasini, sostenuta dalla Galleria Giampaolo Abbondio (fino al 23 novembre 2024).
Ci sono tante mostre e ognuna, a suo modo, rivela qualcosa nel bene e nel male, ma questa parata di acquerelli, leggeri come l’aria, è necessaria, perché ci pone di fronte a una profonda meditazione sul tema del “principio” nell’era dell’Intelligenza Artificiale, in un momento storico oscurato da guerre, catastrofi ambientali e genocidi in diverse parti del mondo. Questa mostra è un preludio di un affresco permanente che l’artista dipingerà sulla bellezza del creato, commissionato dalla Fondazione Culturale San Fedele per il Museo San Fedele. Itinerari di arte e fede.
Nell’attesa dell’epifania dell’ignoto, riflettiamo sul lavoro trasversale di un’artista che affronta tematiche antropologiche e sociali, dal post-colonialismo fino alla connessione tra tradizioni ancestrali e narrazioni contemporanee, in cui memoria, componenti autobiografici, legami interpersonali in rapporto alla collettività, religioni, rituali di etnie differenti, la portano a intrecciare media diversi e elementi culturali con poesia ed eleganza. Come lo vediamo in questo nuovo ciclo di acquerelli, dal segno fluttuante in cui tutto è trasparenza, leggerezza, danza di pulviscoli germinanti, che inscenano cosmogonie immaginifiche, una celebrazione della fragilità effimera dell’esistenza dall’origine misteriosa, evidenziando una convergenza tra vita, natura e scienza.
Campos-Pons, protagonista del Padiglione cubano durante la Biennale di Venezia nel 2013, pratica fotografia, performance, pittura, film e video, ma con l’acquerello mira all’essenza, componendo deflagrazioni cromatiche che attraversano le avanguardie storiche del primo Novecento, in maniera originale, inventando sempre nuove caleidoscopiche visioni rigeneranti di straordinaria potenza estetica, alla ricerca del principio del mondo senza sapere quale. Pasini, nel testo introduttivo della mostra, ci pone la domanda sul dialogo tra arte e scienza, scrive: “Campos-Pons abbina la creazione all’origine (In the Beginning) di uomini, donne, piante, animali, aria, terra, pensieri, spiritualità, sentimenti. I suoi acquerelli ci avvertono che anche il colore è rinnovabile. Oggi, più che mai, l’arte visiva ha il compito di influenzare la tecnologia, di riancolarla all’esperienza umana, che non vuol dire omologarla alle scoperte scientifiche”.
Come un segno possa diventare “ricco e rinnovabile” al nostro sguardo, lo capiamo immergendoci nel mondo lirico-simbolico di una moltitudine di disegni germinanti di Magdalena Campos-Pons, dove dal dolore e il lutto di tutte le non ragioni di distruzione causate dall’uomo, c’è l’origine della vita connessa al mistero dell’universo, di una bellezza assoluta e sempre in divenire nel vortice del tempo e dello spazio, che invoca, come dice l’artista, un “Amore radicale”.