La Diciottesima Quadriennale si intitola Fantastica, una parola riferita alla forza immaginifica dell’arte italiana dell’ultimo quarto di secolo, a partire dal 2000. Così Luca Beatrice, presidente dell’istituzione, ha presentato nella sala Spadolini al Collegio Romano la mostra che si terrà a Palazzo delle Esposizioni nell’ottobre del 2025.
Cinque curatori di diverse generazioni propongono ognuno la propria mostra a tema: 50 gli artisti coinvolti (quasi tutti mai invitati prima in Quadriennale) che presentano ognuno più opere, molte delle quali realizzate per l’occasione.
Alessandra Troncone analizza la questione del corpo, materiale e immateriale, e Emanuela Mazzonis di Pralafera esplora la relazione tra i fotografi e l’immagine, Luca Massimo Barbero indaga il tema dell’autoritratto contemporaneo, mentre Francesco Bonami e Francesco Stocchi riflettono sull’autonomia dell’artista del XXI secolo. Infine, Walter Guadagnini è stato incaricato di curare, al secondo piano del Palaexpo, la mostra I giovani e i maestri: una ricostruzione per exempla della seconda Quadriennale del 1935, con una quarantina di opere che documentano una delle edizioni più importanti, per numero e qualità di artisti e per affluenza di pubblico, con ben 350.000 presenze.
Se siamo abbastanza certi che i curatori di Fantastica faranno un lavoro serio e interessante, la scelta di ricordare una rassegna importante, che potrebbe però essere letta come un omaggio al regime, può lasciare perplessi.