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“L’albero del mondo”, per connettere le storie dell’arte

Colectivo Tz’aqaat – Cheen (Cortez) y Manuel Chavajay, Kawoq, 2023, XXIII Bienal de Arte Paiz. Photo credit Byron Mármol. Courtesy of Fundación Paiz
Eugenio Viola, novembre 2024
La 24ª Biennale d’Arte Paiz, in Guatemala, che sarà diretta nella sua prossima edizione da Eugenio Viola, oggi annuncia il suo tema: “L’albero del mondo”. Una scelta per riafferma il potenziale dell’arte contemporanea come possibilità di connessione tra diverse storie e ambiti di esperienza, promuovendo l’unità e il dialogo tra culture, tempi e spazi in un pianeta sempre più diviso

Nuove commissioni, con la partecipazione di artisti internazionali provenienti da diverse origini e generazioni, mescolando i saperi delle comunità indigene e la cultura globale, abbracciando la diversità di genere e creando una manifestazione diffusa: con queste premesse si annuncia la 24ma edizione della Biennale d’Arte Paiz, in Guatemala, una delle manifestazioni più longeve, nata nel 1978. Sotto il titolo de “L’albero del mondo”, come abbiamo già annunciato, questa edizione sarà diretta da Eugenio Viola, attualmente direttore del Museo de Arte Moderna di Bogotà, in Colombia, e si concentrerà su questioni di giustizia sociale, esplorando come l’arte possa fungere da potente strumento per unire e promuovere inclusione, affrontando conflitti culturali, razziali, sociali e politici.

Dichiara Viola: “Oggi, “L’albero del mondo” viene scelto come simbolo universale della nostra interconnessione attraverso le culture, i tempi e gli spazi. Ispirandosi a concezioni cosmologiche ancestrali, questo simbolo trascende i limiti tradizionali e illustra come l’arte contemporanea abbia la capacità unica di connettere diversi aspetti dell’esperienza umana”.

Viola, nato a Napoli nel 1975, non è nuovo all’attenzione a questi temi. In Colombia, tra le sue ultime mostre curate, ci sono le personali di Voluspa Jarpa, Alexander Apostol, Ana Gallardo, Naufus Ramírez-Figueroa e Dor Guez, ma tra gli incarichi più recenti lo ricordiamo anche come curatore per il Padiglione Italia, rappresentato da Gian Maria Tosatti, alla Biennale di Venezia 2022. Forte di una carriera internazionale, Viola ha anche lavorato dal 2017 al 2019 al PICA – The Perth Institute of Contemporary Arts di Perth, organizzando le prime esposizioni australiane di Kimsooja, Amalia Pica e Cassils, mentre in Italia – al PAC di Milano – ricordiamo tra le altre le mostre dedicate a Marina Abramović e Regina José Galindo (2012 e 2014).

“L’albero del mondo” può tendere ponti tra il passato e il presente, lo spirituale e il materiale, il limite e la realtà, e le dimensioni individuali e collettive. Il mondo attuale, influenzato da guerre e da un costante aumento dell’intolleranza a tutti i livelli: tecnico, sociale, culturale, politico, religioso e di genere, è sempre più segnato da divisioni. “L’albero del mondo” simboleggia il potenziale trasformativo dell’arte contemporanea per formare legami con la comprensione, celebrare la diversità e ispirare il cambiamento”, chiude lo statement curatoriale.

Appuntamento a Città del Guatemala e Antingua, a partire dal 6 novembre 2025.

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