Enrico Mascelloni cura l’esposizione visibile fino al 4 febbraio 2025 alla Capitolium Art Gallery, con dieci rare opere di Colla
“Forme che svettano, che si arrampicano verso l’alto, costringendo i più diversi materiali a piegarsi alle esigenze di una nuova e ribadita verticalità”. In questo contesto Enrico Mascelloni colloca l’opera di Ettore Colla, uno degli indiscussi protagonisti della scultura italiana del dopoguerra. È lui il curatore della mostra che all’artista dedica Capitolium Art Gallery, visibile a Roma dal 10 dicembre al 4 febbraio 2025. Ettore Colla. Assalto al cielo – questo il titolo – presenta dieci lavori che si ascrivono al periodo 1948-1967, il ventennio decisivo della carriera dell’artista. un autore di nodale nello sviluppo dell’arte contemporanea italiana ma raramente esposto anche a causa dell’esiguo numero delle opere prodotte.
La scarsità delle mostre dedicate a Colla è la diretta conseguenza della scarsità delle sue opere: solo 220 quelle esistenti, tutte musealizzate o ben custodite in importanti collezioni private. Resta nella memoria collettiva la monumentale “Spirale” fatta collocare da Palma Bucarelli nel 1968 davanti allo scalone d’accesso alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna. “Se il celebre adagio picassiano ‘io non cerco, trovo’ potesse venire esteso a un grande artista del secolo passato”, sentenzia Mascelloni, “a chi altri si adatterebbe meglio che a Colla?”.
A eccezione di una, prestata dalla collezione Ovidio Jacorossi, le opere esposte provengono dalla Ex Collezione Carla Panicali. E hanno pertanto il merito di celebrare un protagonista dello scenario artistico post war unitamente a una delle più importanti galleriste d’arte di quegli anni. Di cruciale rilievo nell’ambito della produzione dello scultore sono le due grandi sculture attorno alle quali ruota la mostra: Rituale del 1962, un “ferro di recupero” alto tre metri, e Verticali doppie, slanciata struttura in ferro di oltre tre metri realizzata nel 1967, un anno prima della morte.