Capitolium Art chiude il secondo semestre del 2024 con una importante asta di arte moderna e contemporanea. In catalogo non solo opere italiane ma anche straniere di rilevante spessore.
Non sono mai banali le aste di arte moderna e contemporanea proposte da Capitolium Art. La capillare ricerca delle opere condotta su tutto il territorio nazionale e gli approfonditi controlli sostenuti dalla fitta trama di relazioni tessuta negli anni con il mondo della critica d’arte e degli archivi d’artista producono cataloghi che immancabilmente riservano piacevoli sorprese.
La vendita in calendario per giovedì 19 dicembre non fa eccezione alla regola. La maggior parte dei lotti in catalogo, 105 in tutto, è firmata da artisti italiani, nomi di rilievo della nostra scena artistica post war e contemporanei interessanti, ma questa volta sono le firme straniere di rilievo internazionale a fare la differenza, soprattutto perché presenti con lavori significativi della loro produzione. Che si tratti di opere di interesse storico o emblematiche della ricerca dell’artista o preziose curiosità, la qualità è sempre elevata.
Di grande gusto anche il gioco degli accostamenti e dei rimandi creato dai curatori del catalogo, un gioco che divertirà i collezionisti più accorti. A noi è molto piaciuta la selezione delle opere americane, su cui ci soffermeremo in dettaglio, ma va detto che ogni asta è un territorio da esplorare palmo a palmo e questa in particolar modo.
George Condo e Keith Haring
Amici nella vita, George Condo e Keith Haring dialogano anche nel catalogo dell’asta Capitolium (la foto di apertura li ritrae, giovanissimi, insieme).
Vertical Abstraction di George Condo (lotto 83) è uno degli highlights dell’asta. Tra i 200.000 e i 300.000 euro la stima proposta dagli esperti del dipartimento di arte moderna e contemporanea della casa d’aste di Brescia. Una valutazione del tutto verosimile dal momento che parliamo di una vera star della scena artistica internazionale contemporanea.
Pittore autodidatta e precocissimo, Condo deve l’originalità della sua ricerca anche a un percorso di formazione atipico, caratterizzato dalla scoperta tardiva dei maestri delle avanguardie del ‘900 e della grande tradizione pittorica europea. Tra gli abituali frequentatori della Factory di Andy Warhol, solo lui sente l’urgenza del grand tour, il pellegrinaggio culturale in Europa che era stato l’esperienza formativa d’obbligo dei gentiluomini americani delle generazioni precedenti alla sua. A Parigi, la città in cui vivrà dal 1985 al 1995, si espone con curiosità a tutte le contaminazioni che, reinterpretate con disinvolta autonomia, daranno vita a quello spregiudicato cocktail di stili e influenze che è la sua arte.
Di quell’approccio così peculiare alle sacre radici della pittura occidentale l’opera in asta da Capitolium è un emblema. Realizzato nel 1989, quasi certamente a Parigi, il dipinto sintetizza originalmente le varie anime della pittura aniconica del ‘900, dal suprematismo al costruttivismo, dal cubismo all’espressionismo astratto, introducendo però, al centro della tela, la contraddizione di un brano di primordiale pittura figurativa.
Una squisita curiosità che molto racconta dell’ambiente e del tempo di cui Keith Haring era espressione è invece il lotto 85. Proviene dalla collezione di Patrizia Cagnetta, la Patty Tisch del Plastic di Mlano, una delle discoteche che hanno segnato la storia dell’effervescente vita notturna internazionale degli anni ’80.
Al Plastic Madonna ed Elton John erano di casa, potevi incontrarci Freddie Mercury, Prince e Bruce Springsteen e, naturalmente, Andy Warhol e Keith Haring, capace di prendere un aereo solo per passarci una serata.
Fu proprio in una di quelle serate che Patty si fece fare da Haring un disegno con dedica sul suo taccuino degli autografi: “For Patty. K.Haring Milano ‘85”. Quel taccuino, un quaderno Pigna Serie Oro, viene ora offerto in vendita al miglior offerente e la gara per aggiudicarsi il delizioso cimelio-opera d’arte potrebbe essere serrata
Alexander Calder: giro intorno al sole
Alexander Calder, il geniale inventore di aeree sculture cinetiche senza peso, fu anche un pittore di gouaches, spesso dedicate alla rappresentazione del sole, un soggetto di alto valore simbolico nell’iconografia dell’artista.
Una smagliante stilizzazione della stella solare è anche Rã,, una gouache del 1972 a cui l’artista ha dato il nome del dio egizio del sole. L’opera, stimata 40.000/70.000 euro, è contraddistinta dal numero di lotto 82.
È noto che l’artista ha fissato l’inizio della sua carriera artistica a un episodio accaduto nel 1922, quando, dal ponte del mercantile su cui era imbarcato, vede il sole sorgere mentre la luna declina e la necessità di riprodurre quella sfolgorante visione cambia completamente il corso della sua vita.
Come Condo, anche Calder si lascia influenzare dalle suggestioni culturali di un soggiorno a Parigi, la capitale dell’arte d’avanguardia che gli consente di entrare in contatto con Joan Miró, Marcel Duchamp e Vasilij Kandinskij, László Moholy-Nagy, Piet Mondrian, Pablo Picasso, Hans Arp, Fernand Léger e Naum Gabo. Ed è in quell’ambiente così fervido di novità che nascono le prime gouaches, opere di livello qualitativo comparabile a quello di analoghi lavori di Klee e Miró.
William Congdon,
l’espressionista astratto che voltò le spalle al mercato USA
Il tema del confronto con la cultura europea trova nella vicenda artistica e biografica di William Congdon l’estremo sviluppo di una radicale cesura con gli Stati Uniti.
Congdon arriva in Italia durante gli anni del secondo conflitto mondiale come autista di ambulanze dell’American Field Service, un servizio volontario di sanità destinato a portare soccorso tanto alle truppe alleate quanto alle popolazioni civili colpite dalla guerra. L’esperienza del viaggio fa parte del suo percorso di formazione culturale: erede di due illustri e facoltose famiglie di industriali del Rhode island, ha viaggiato al seguito della madre dagli anni della prima adolescenza e conosce bene l’Europa. Diverso da tutti quelli sino ad allora sperimentati sarà però il viaggio attraverso l’Italia lacerata dall’ultimo atto di una guerra feroce, un Grand Tour reso singolare dall’indissolubile intreccio tra le ragioni dell’impegno umanitario e quelle della passione per la cultura umanistica, due polarità che nella sua ricerca si completano e rafforzano a vicenda. Congdon si immerge nella sofferenza con la stessa passione con cui si immerge nella bellezza dell’arte, l’una e l’altra sono per lui esperienze necessarie, cercate con impeto spesso autodistruttivo.
Unico tra gli artisti americani di punta della sua generazione ad aver vissuto sul campo l’esperienza della guerra, Congdon finirà per legare il suo destino all’Italia, il paese in cui vivrà le esperienze più intense della vita, non ultima quella della conversione al cattolicesimo, la clamorosa scelta fatta nel 1959 e che porterà al crollo della sua fortunata carriera americana.
Nel 1949, però, l’anno in cui produce l’olio e inchiostro su legno presente in asta con il numero di lotto 77, Congdon non ha ancora tagliato i ponti con il suo ambiente d’origine e l’incontro con Peggy Guggenheim e Betty Parsons, gallerista dei principali artisti della “Action Painting”, determina l’inizio di una stagione di successo sul mercato USA. Nel dipinto, eseguito per la sua prima personale alla Betty Parsons Gallery, Congdon parla con chiarezza il linguaggio dei suoi compagni di squadra Pollock, Rothko, Motherwell, Barnett Newman, è decisamente uno di loro anche nell’utilizzo del dripping, circostanza che rende l’opera di nodale importanza nella ricostruzione della sua vicenda artistica. Una vicenda, però, in rapida evoluzione visto che, già dal 1950, sente il bisogno di procedere da solo, mettendo a punto una sua peculiare ricerca in equilibrio tra la rivoluzionaria novità dell’Action Painting americana e la tradizione iconografica europea della pittura di veduta.
Ai collezionisti di New York il nuovo corso della pittura di Cogdon piace molto, come dimostrano le sue quotazioni del 1951, più alte di quelle di Pollock.
Il dipinto dell’asta Capitolium si attesta pertanto come rara testimonianza del un breve periodo in cui Congdon si trovò in posizione di allineamento con il gruppo degli espressionisti astratti.
Capitolium Art Asta 497
ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
Giovedì 19 dicembre 2024
Il catalogo dell’asta è online su www.capitoliumart.com
.