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To carry. Ecco come sarà la 16a edizione della Sharjah Biennial

The Flying Saucer, una delle sedi della Sharjah Biennial The Flying Saucer, una delle sedi della Sharjah Biennial
The Flying Saucer, una delle sedi della Sharjah Biennial
The Flying Saucer, una delle sedi della Sharjah Biennial

140 partecipanti con oltre 80 nuove commissioni animeranno da febbraio la rassegna di Sharjah. Con 3/4 presenze in arrivo dall’Italia

To carry. Portare. Sarà questo il tema della 16a edizione della Sharjah Biennial, la rassegna che andrà in scena nell’emirato fra il 6 febbraio e il 15 giugno 2025. Cosa portiamo con noi quando è il momento di viaggiare, fuggire o andare avanti? Quali sono i passaggi che compiamo mentre migriamo tra territori e attraverso il tempo? Cosa portiamo con noi quando restiamo? Cosa portiamo con noi quando sopravviviamo? Sono questi gli interrogativi a cui cercherà di dare risposte la mostra, che sarà curata da Alia Swastika, Amal Khalaf, Megan Tamati-Quennell, Natasha Ginwala e Zeynep Öz. Animata da oltre 140 partecipanti, protagonisti di oltre 80 nuove commissioni, in tutto l’Emirato di Sharjah.

Il tema prescelto intende rimarcare “la comprensione della nostra precarietà in spazi che non sono i nostri, pur rimanendo reattivi a questi siti attraverso le culture che possediamo. Un ponte tra più temporalità, che comprende storie intergenerazionali e varie modalità di eredità”. A supervisionare il progetti ci sarà Hoor Al Qasimi, Presidente e Direttore della Sharjah Art Foundation, recentemente posta al primo posto nella Power 100 List stilata dalla rivista ArtReview. “Centrando l’atto del trasporto” , ha affermato, “la Sharjah Biennial 16 offre uno spazio per immaginare nuovi futuri collettivi, riconoscendo al contempo il peso di storie ed esperienze condivise“.

 

Wael Shawky intervistato da ArtsLife
Wael Shawky

I nostri progetti rientrano nell’ambito di una domanda piuttosto che di un tema”, hanno sottolineato i curatori. “Cosa comporta portare con sé una casa, antenati e formazioni politiche?”. Lo sviluppo della complessa tematica è stato affidato ad un gruppo di artisti fortemente orientato sull’area mediorientale, ma arricchito da diverse star internazionali. Da Akram Zaatari ad Arthur Jafa, da Suzanne Lacy a Wael Shawky. E non mancano le voci italiane, rappresentate dalle artista Adelita Husni-Bey, Raffaela Naldi Rossano e Rossella Biscotti. E in parte anche da Driant Zeneli, artista albanese di origini ma fortemente legato al nostro Paese.

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