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“Seaworld Venice”: Florentina Holzinger per l’Austria

Florentina Holzinger

 

Florentina Holzinger
L’Austria annuncia Florentina Holzinger come artista rappresentante alla Biennale di Venezia 2026. Dopo l’annuncio del 5 novembre tramite cui il Cda della Biennale di Venezia ha deliberato di nominare Koyo Kouoh Direttrice del Settore Arti Visive, con lo specifico incarico di curare la 61ma Esposizione Internazionale d’Arte nel 2026, il mondo dell’arte si interroga su come si svolgerà e quali saranno i maggiori rappresentanti per i paesi espositori.
L’Austria, stamattina, ha confermato la presenza dell’artista Florentina Holzinger, considerata una delle voci più audaci e innovative nel panorama artistico.

In una conferenza stampa che annunciava la sua partecipazione a Venezia, Holzinger ha sottolineato di non avere scrupoli a rappresentare l’Austria a livello internazionale in un momento in cui potrebbe essere guidata dal partito di estrema destra e populista Freedom Party for Austria (FPÖ). “Vedo una grande responsabilità e potenziale in una situazione come questa”, ha ribadito “Nel mio lavoro, preferisco cercare il dialogo e il confronto piuttosto che scappare. Ecco perché è importante e rilevante prendere posizione”. A confermare l’importanza della partecipazione di Holzinger sono le parole del ministro della cultura austriaco Werner Kogler “Le opere di Holzinger esplorano i confini, le persone sono certamente sfidate perché a volte sembrano radicali ad alcuni”. Il ministro ha evidenziato inoltre l’importanza sociale del lavoro dell’artista sottolineando che potremmo aver bisogno di questo tipo di arte ancora più urgentemente nei prossimi anni di quanto ne abbiamo avuto finora.

Chi è Florentina Holzinger, l’artista scelta per la 61 edizione della Biennale di Venezia?

L’artista austriaca è conosciuta per la sua pratica performativa che unisce danza, teatro e sperimentazione visiva; Holzinger porta sul palcoscenico una visione provocatoria e all’avanguardia, capace di sfidare le convenzioni e esplorare la potenza del corpo umano come strumento di riflessione sociale e culturale. Holzinger ha costruito la sua carriera su una ricerca incessante sui temi del corpo, della sessualità e delle dinamiche di potere, affrontando spesso questioni di genere e identità. La sua arte è caratterizzata da un’intensità fisica straordinaria, con performance che mescolano elementi di danza acrobatica, teatro e video, e che spingono al limite il corpo dell’artista e degli interpreti. I suoi lavori più noti, come Apollon e Tanz, rielaborano miti classici e riflettono sul ruolo del corpo nella nostra società, creando esperienze uniche che permettono al pubblico di riflettere e interrogarsi su convenzioni imposte dalla collettività.

L’Austria alla Biennale di Venezia non solo celebrerà il talento unico di Holzinger, ma evidenzierà anche l’impegno crescente verso le pratiche artistiche multidisciplinari che, oltre ad essere visivamente innovative, affrontano temi rilevanti a livello sociale e politico. Holzinger afferma: “Il corpo diventa il palcoscenico in cui le condizioni e i processi sociali e politici vengono negoziati direttamente. Il mio lavoro adotta un approccio non convenzionale e che spinge i confini per esaminare la nostra realtà e la sua trasformazione”.

Il progetto? Per ora sappiamo che il titolo provvisorio di Holzinger è “Seaworld Venice” e che, oltre all’installazione nel padiglione austriaco ai Giardini, ci saranno ulteriori azioni site-specific in città. Quest’ultimo elemento farà parte della sua serie in corso Études, performance sperimentali dal vivo in spazi pubblici. Come è tipico della pratica di Holzinger, la mostra a Venezia sarà prodotta con un team di musicisti, performer e stuntman.

Recentemente l’artista ha catturato l’attenzione del pubblico con un remake di un’opera scandalosa del 1921, incentrato sulla figura di una suora che scopre la sua sessualità, che avrebbe causato ad alcuni membri del pubblico shock e nausea. A colpire la giuria che l’ha selezionata, è stata la pertinenza dei temi affrontati nel suo lavoro, citando “l’affrontare l’acqua come risorsa” e “le esperienze fisiche esistenziali e la loro standardizzazione sociale”. Gli elementi provocatori e socio-critici della pratica di Holzinger la collegano in particolare all’eredità della body art femminista e all’azionismo viennese, un movimento artistico altamente controverso e trasgressivo emerso negli anni ’60.

Con questa nomina, l’Austria porta alla Biennale una delle sue interpreti più incisive e sperimentali, pronta a offrire al pubblico una riflessione audace sulle dinamiche della società e della cultura contemporanea. L’edizione del 2026 sarà il palcoscenico perfetto per esplorare la visione originale e provocatoria di un’artista che ha saputo imporsi sulla scena internazionale con lavori che travalicano i confini tra diverse discipline artistiche.

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