Ora possiamo dirlo. Una rassicurante inerzia ha mosso il mercato dell’arte nell’anno appena concluso. Mai ipotizzati gli slanci dell’indimenticabile 2022, temuta invece un’ulteriore contrazione dopo un 2023 in decrescita. E invece le case d’aste, soprattutto in Italia, sono riuscite a mantenersi sui medesimi livelli dell’anno passato. Che non esaltano, ma almeno rinvigoriscono l’umore di un sistema che necessita di mantenersi entusiasta per funzionare a pieno regime.
Ecco in sintesi il 2024 di Finarte attraverso un commento dell’amministratore delegato Alessandro Guerrini.
Fatturato Finarte 2024: € 33.600.000,00
I tre top price del 2024:
ELISABETTA SIRANI
Allegoria della Liberalità; e Allegoria dell’Onore
Lotto venduto € 492.090
MARCEL DUCHAMP
L.H.O.O.Q., 1964
Lotto venduto € 321.290
Rara ed importante placca in porcellana smaltata raffigurante tre divinità Taoiste, Cina, periodo della Repubblica, 1928
Lotto venduto € 278.500
Quali sono le aspettative per il 2025?
Le energie di Finarte saranno concentrate sulla crescita – per volumi e qualità – di tutti i dipartimenti: è fondamentale presidiare i comparti più dinamici e da cui provengono i maggiori risultati, tanto quanto gli ambiti di nicchia che conferiscono un plusvalore in termini di identità e di specializzazione. Con la progressiva digitalizzazione delle vendite anche Finarte intende sfruttare sempre di più, anche nel futuro prossimo, questo canale. Nel 2025 il numero delle nostre vendite rimarrà sostanzialmente invariato rispetto all’anno appena concluso ma con una maggior attenzione alle aste online: se fino a tempi recenti erano considerate aste di “serie B” in cui far confluire i beni di minor interesse, oggi non è più così. Nelle aste online vengono proposte selezioni di beni di qualità e buona parte del pubblico si è abituata a considerarle alla stregua delle aste live.