
Con una installazione di forte impatto, composta da dieci pannelli di ferro intagliati a laser, decorati con motivi che richiamano la calligrafia islamica e le architetture delle moschee, e ricoperti di spezie, Monia Ben Hamouda vince la quarta edizione del MAXXI Bvlgari Prize ed entra nella collezione permanente del museo.
Nato nel 2001 come Premio per la Giovane Arte, dal 2018 è diventato MAXXI Bvlgari Prize, grazie al supporto dell’omonima maison del lusso e, negli anni, ha rappresentato un trampolino di lancio per molti artisti emergenti, alcuni diventati veri e propri protagonisti del mondo dell’arte contemporanea, tra cui Yuri Ancarani, Giorgio Andreotta Calò, Vanessa Beecroft, Francesco Vezzoli, e molti altri. Oggi, premiata da una giuria composta da Francesco Stocchi, Direttore artistico del MAXXI, Nicolas Bourriaud, Direttore del collettivo curatoriale Radicants e Direttore artistico della 15ª Biennale di Gwangju, Diana Campbell, Direttrice artistica della Samdani Art Foundation, Andrea Lissoni, Direttore artistico della Haus der Kunst di Monaco di Baviera, e Ute Meta Bauer, fondatrice e Direttrice del NTU Center for Contemporary Art di Singapore, la vincitrice della quarta edizione del MAXXI Bvlgari Prize è stata Monia Ben Hamouda “Per la sua capacità di integrare tecnologia e materiali tradizionali, creando un linguaggio visivo carico di simbolismo culturale e rituale”, ha dichiarato la giuria, sottolinendo come l’opera affronti con profondità il tema del collasso delle identità contemporanee, utilizzando un approccio evocativo e originale.
L’opera di Monia Ben Hamouda: Theology of Collapse (The Myth of Past) I-X
Theology of Collapse (The Myth of Past) I-X (2024) è una composizione di dieci pannelli di ferro intagliati a laser, decorati con motivi che richiamano la calligrafia islamica e le architetture delle moschee. Le lastre sono dipinte con spezie (paprika, ibisco e cannella), creando una texture visivamente densa che evoca la fragilità del nostro tempo e la cui impronta architettonica sembra contrastare con l’architettura candida di Zaha Hadid.
Ma c’è anche un’altra novità, in questa edizione: è la Menzione Speciale per il Miglior Progetto Digitale, assegnata a Roberto Fassone per il progetto And We Thought (2021 – ongoing), una collaborazione con Ai Lai, un’intelligenza artificiale che ha creato storie surreali, attraverso un mix di musica, testi e le coreografie di due cani robot. Fassone riceverà anche un’opportunità unica: una residenza artistica presso la Bvlgari American Academy in Rome, dove avrà l’occasione di lavorare fianco a fianco con l’artista scelto dalla Whitney Biennial. Il progetto di Ben Hamouda, con quello di Benassi e Binta Diaw, terza protagonista del Premio, saranno visitabili fino al 2 marzo 2025 al MAXXI, nella mostra del Premio, curata da Giulia Ferracci.