
Anticipazioni dalla Biennale di Sharjah 16, che prende il via domani, portando con sé oltre 650 opere di quasi 200 artisti, di cui più di 200 nuove commissioni.
Curata da Alia Swastika, Amal Khalaf, Megan Tamati-Quennell, Natasha Ginwala e Zeynep Öz, l’edizione 2024 si sviluppa attorno al concetto di to carry (portare), interrogandosi su cosa significhi trasportare cultura, memoria e identità attraverso il tempo e lo spazio.
La Biennale si svolge in 17 sedi dell’Emirato di Sharjah, tra cui Sharjah City, Al Hamriyah, Al Dhaid e Kalba, offrendo un programma multidisciplinare che include installazioni, performance, musica, cinema e workshop. Gli artisti affrontano temi di attualità come l’ambiente, l’eredità coloniale, le migrazioni e la tecnologia, creando un dialogo globale attraverso una molteplicità di linguaggi espressivi.
Tra i temi chiave della Biennale, emerge il rapporto tra memoria e territori, esplorato nelle opere di Mariam M. Alnoaimi e Akinbode Akinbiyi, che indagano la connessione tra paesaggio e identità, mentre Cassi Namoda e Megan Cope riflettono sul legame tra comunità e natura. L’impatto del colonialismo e delle politiche estrattive è al centro dei lavori di Yhonnie Scarce e Adelita Husni-Bey, che denunciano le devastazioni ambientali e sociali. La tecnologia e il futuro sono temi affrontati da artisti come Pratchaya Phinthong e Fernando Palma Rodríguez, che analizzano le implicazioni dell’innovazione scientifica sulla società e sul pianeta. Le narrazioni femminili e il sapere ancestrale emergono nei progetti di Helene Kazan e Rajni Perera, che recuperano storie e mitologie attraverso una prospettiva incentrata sulle donne.
Con un forte focus sulla partecipazione collettiva, la SB16 ospita installazioni interattive, progetti collaborativi e performance dal vivo, trasformando gli spazi espositivi in luoghi di apprendimento e scambio culturale. L’evento è gratuito e aperto al pubblico, con la possibilità di esplorare i contenuti anche attraverso il podcast ufficiale della Biennale.














