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L’architettura come risposta alle sfide ambientali. La Biennale di Carlo Ratti

Carlo Ratti
Carlo Ratti
Il tema scelto, Intelligenze. Naturali. Artificiali. Collettive, esplorerà il ruolo dell’architettura nell’era dell’adattamento ai cambiamenti climatici. Le presentazioni ufficiali stamattina, a Venezia

L’architettura è sempre stata una risposta alle sfide ambientali. Come sottolinea Carlo Ratti, fin dalle “capanne primitive”, il design ha permesso di trasformare ambienti ostili in spazi vivibili. Tuttavia, il clima globale sta cambiando rapidamente, rendendo obsoleta la semplice “mitigazione” dell’impatto ambientale. Il 2024 ha registrato le temperature più alte di sempre, superando il limite di +1,5°C fissato dagli Accordi di Parigi (2016). Per questo, la Biennale Architettura 2025 segna un cambio di prospettiva, invitando progettisti e ricercatori a sviluppare soluzioni innovative basate sull’adattamento.

Il titolo della mostra, Intelligenze, richiama la parola latina gens (gente), evidenziando la necessità di un approccio collettivo. L’architettura, infatti, deve attingere a tre forme di intelligenza: naturale, artificiale e collettiva. L’intelligenza naturale si ispira agli ecosistemi e ai principi biologici, creando soluzioni architettoniche che dialogano con il pianeta. L’intelligenza artificiale sfrutta le tecnologie digitali per progettare ambienti più efficienti e resilienti. L’intelligenza collettiva valorizza la collaborazione multidisciplinare, mettendo in rete capacità e competenze diverse.

Sono proprio questi tre approcci a caratterizzare le tre sezioni tematiche della Biennale:

  1. Natural Intelligence: esplora come la natura possa ispirare nuove soluzioni architettoniche.
  2. Artificial Intelligence: indaga il ruolo della tecnologia e dell’AI nel design.
  3. Collective Intelligence: mette in luce il valore della collaborazione multidisciplinare.

Il percorso si conclude con una provocazione nella sezione Out: possiamo guardare allo spazio come una soluzione alle crisi che affrontiamo sulla Terra? La risposta è no: l’esplorazione dello spazio non è una via di fuga, ma un mezzo per migliorare la vita qui, nell’unica casa che conosciamo.

Tra le iniziative speciali spicca Margherissima, un progetto dedicato al territorio di Marghera, curato da Nigel Coates e Michael Kevern. Il Padiglione delle Arti Applicate, in collaborazione con il Victoria & Albert Museum di Londra, presenterà On Storage, curato da Brendan Cormier e Diller Scofidio + Renfro (DS+R).

Il Padiglione Italia, curato da Guendalina Salimei, presenterà il progetto TERRÆ AQUÆ. L’Italia e l’intelligenza del mare, mentre il Padiglione della Santa Sede, dal titolo Opera aperta, sarà curato da Marina Otero Verzier e Giovanna Zabotti. Il Comune di Venezia parteciperà con il Padiglione Venezia, ospitando la mostra Biblioteche. Costruendo l’intelligenza veneziana.

Il Padiglione della Santa Sede, promosso dal Prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione della Santa Sede, Cardinale José Tolentino de Mendonça, avrà luogo quest’anno nel Complesso di Santa Maria Ausiliatrice. La mostra, intitolata Opera aperta, è a cura di Marina Otero Verzier e Giovanna Zabotti.

Appuntamento dal 10 maggio al 23 novembre 2025, con pre-apertura i giorni 8 e 9.

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