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Aziz Hazara, Pallavi Paul, Pratchaya Phinthong. Ecco i vincitori dei Sharjah Biennial Prize 2025

Aziz Hazara, I Love Bagram (ILB) (2025) Aziz Hazara, I Love Bagram (ILB) (2025)
Aziz Hazara, I Love Bagram (ILB) (2025)
Aziz Hazara, I Love Bagram (ILB) (2025)

Vengono da Afghanistan, India e Thailandia i vincitori degli Sharjah Biennial Prize, assegnati nell’ambito della rassegna intitolata To carry

La Sharjah Biennial 16, appena inaugurata e in corso fino al 15 giugno, annuncia i vincitori degli Sharjah Biennial Prize. A selezionarli una giuria internazionale composta dall’architetto e curatrice Paula Nascimento, co-fondatrice di Beyond Entropy Africa, dalla curatrice Eungie Joo, direttrice artistica dell’Instituto Inhotim, in Brasile, e dal curatore Gerardo Mosquera, co-fondatore della Havana Biennial. E i vincitori riflettono la grande apertura internazionale che ha fatto dell’evento emiratino una delle rassegne di riferimento a livello globale. Provenendo infatti da Afghanistan, India e Thailandia.

Nell’Old Al Jubail Vegetable Market, Aziz Hazara presenta un’installazione tesa a riflettere sull’impatto dell’intervento militare su ciò che resta. Prodotti per la cura della persona, vestiti, utensili e altri beni di uso quotidiano, creando un archivio radicale di conoscenza e resistenza. Nella sua installazione contemplativa composta da 3 opere – Reckoning (2024), Afterglow (2024) e dal film How Love Moves (2023) – Pallavi Paul mostra come la vita esista nella morte e la morte nella vita. Al largo della costa orientale degli Emirati Arabi Uniti, i subacquei che lavorano con Pratchaya Phinthong hanno installato una struttura in acciaio sottomarina collegata a un pannello solare. Un progetto pensato per ripopolare la crescita dei coralli nel Golfo.

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