
35 mila visitatori per la XXXVIII edizione di Modenantiquaria, fiera d’arte antica che si conferma senza pari in Italia.
Oltre cento le gallerie di fama internazionale presenti, e ancora più numerosi i collezionisti che nei nove giorni (8-16 febbraio) di manifestazione hanno attraversato i corridoi alla ricerca della giusta opera da acquistare. “Le vendite sono state numerose – sottolinea Marco Momoli, Amministratore Delegato di ModenaFiere – questo conferma il fatto che l’arte antiquaria è considerata un investimento sicuro, un bene rifugio perché non è soggetta a grandi variazioni di valore”.
E non è certo un dato da poco, nemmeno se a proporre le opere è la manifestazione più antica d’Italia dedicata al genere. Sorridono così la maggior parte degli espositori, che hanno riportato commenti soddisfatti e conseguito ottimi affari. Gianluca Arcuti ha venduto due sculture veneziane, un monetiere da viaggio in ebano della seconda metà del IXX secolo, un orologio in bronzo che raffigura l’Africa, due sculture liberty. Il gatto e Il rapace, due dipinti di Antonio Ligabue, sono stati acquistati presso lo stand di Phidias Antiques, così come il Ritratto di fanciulla di Corcos, una scultura di Arnaldo Fazzi, e il dipinto Piazza del Cairo di Hermann Corrodi.
Molto richiesti i dipinti di Studiolo Fine Art, che ha chiuso trattative per tele di Luigi Bracchi, Cesare Mionti, Anselmo Bucci e per una scultura di Messina; la Galleria Cantore ha venduto il cinquecentesco Ritratto di gentildonna di Innocenzo da Imola, Lot e le figlie di Domenico Pedrini, il Paesaggio con bagnanti di Ludovico Lana e il Presepe di Pietro Righi. Mentre Fondantico di Tiziana Sassoli ha ceduto La Madonna del Canuti e il grandissimo ovale di Louis Dorigny raffigurante Danae. Ottimi affari anche per Giusti Antichità con il San Giovannino di Elisabetta Sirani, un cassettone del ‘500, un’opera dell’Ottocento di Gaetano Bellei raffigurante Livorno.
Opere di Gio Ponti, Lenci, Minghetti, Cantagalli sono state acquistate presso lo stand di Raffaello Pernici, così come una Madonna del XIV secolo e numerosi oggetti d’arte da collezione presso Antichità all’Oratorio; Antichità La Pieve ha venduto Alessandro Magno nel tempio di Gerusalemme di Sebastiano Conca, oltre a opere di Mattia e Gregorio Preti, ma anche dipinti di Crespi e Lana; una scultura di Antonio Argenti di fine ‘800, un dipinto del ‘600 di Cecco Bravo e una coppia di dipinti di Francesco Foschi sono stati venduti da la Galleria Roberto Ducci.
La soddisfazione emerge anche dalle parole di numerosi galleristi, come Maurizio Nobile e Carlo Orsi che raccontano di visite molto importanti e di avere in corso trattative con privati, musei e fondazioni. Mattia Martinelli di Robertaebasta sottolinea: “Questo evento si conferma un appuntamento fondamentale per l’arte in Italia: in un periodo così difficile per le mostre Modenantiquaria svetta. Abbiamo ottenuti nuovi clienti e visite da quelli affezionati, con la vendita di pezzi decorativi dal grande “effetto wow”, ed è in trattativa il pezzo più importante dello stand”.