
La Fondazione Oderzo Cultura celebra Alberto Martini nel settantesimo anniversario della sua scomparsa
Le mostre dedicate ad Alberto Martini (Oderzo, 1876 – Milano, 1954) presso la Fondazione Oderzo Cultura si inseriscono nell’ambito delle celebrazioni per il settantesimo anniversario della sua scomparsa. Che includono una vasta serie di interventi tra la sua città natale, Milano e Bruxelles. L’artista opitergino ne emerge come un talento eclettico dall’immaginazione straripante la cui vita, come scrisse nella sua autobiografia, “è un sogno ad occhi aperti”.
La mostra Le Storie straordinarie. Alberto Martini ed Edgar Allan Poe onora il felice sodalizio tra “il genio dell’inchiostro” e l’opera dello scrittore statunitense, riunendo eccezionalmente un corpus di oltre 120 lavori tra cui alcuni inediti. Il percorso espositivo evidenzia l’attualità di immagini senza tempo con un focus sulle chine per i Tales di Poe. Che hanno permesso all’artista di manifestare il suo fascino per il gotico testimoniando il costante confronto con un mondo letterario che spazia da Alessandro Tassoni a Rainer Maria Rilke, da William Shakespeare a Dante.

Visioni orrorifiche
La mostra si apre con il biglietto da visita dell’artista che riporta la sua espressione corrucciata circondata da figure mostruose. Questo è fronteggiato dal lucifero vermiglio con la testa di gorgone che introduce il visitatore a un inframondo costituito da visioni orrorifiche e ctonie in perenne trasformazione, dove ogni sogno può diventare incubo e la morte incombe sulla bellezza fino a sconfinare nel grottesco. Il percorso prosegue con i dipinti Nel sonno, Diavolessa e Notturno, esposti durante la VII Biennale di Venezia. Un esempio di quella ”eleganza sottile” che caratterizzava la sua persona e che da subito colpì il critico Vittorio Pica, grande sostenitore della sua opera.
Un nucleo rilevante della mostra è dedicato alle illustrazioni dei racconti di Poe che hanno visto l’artista impegnato dal 1905 per oltre trent’anni fino a produrre circa 100 tavole, una parte di queste sono messe in comparazione con i lavori di altri autori che hanno affrontato il medesimo tema, come James Ensor, Édouard Manet e Gaetano Previati. La visita si conclude con una carrellata di lavori che testimoniano una profonda introspezione e consapevolezza della propria ricerca artistica fino allo straordinario autoritratto in china e La finestra di Psiche nella casa del poeta, entrambi costellati di simboli enigmatici riferiti alla propria storia personale.

Immagine e sguardo
Segue l’esposizione Alberto Martini, artista dell’onirico. Un omaggio al genio visionario dal pallore fantasmatico – opportunamente battezzato “de’ Misteri” da Gabriele D’Annunzio – attraverso una suggestiva raccolta di opere conservate nella Pinacoteca omonima, istituita nel 1970 grazie al lascito della moglie Maria Petringa. Martini muove dal Simbolismo con influenze nordiche fino a collocarsi come precursore del Surrealismo. La sua ricerca infatti indaga il tema della metamorfosi, del rapporto tra immagine e sguardo e dell’inconscio come via d’accesso a una verità profonda.
Le litografie del ciclo dei Misteri (1914-1915) rappresentano una riflessione sull’enigma dell’esistente dove la materia sembra disfarsi. In Follia gli occhi strappati a un volto deformato che si moltiplicano, vagano per la pagina e proiettano fasci di luce sembrano anticipare la celebre scenografia ideata da Salvador Dalí per Spellbound (1945) di Alfred Hitchcock. Una sala è interamente dedicata al Tetiteatro, un palcoscenico galleggiante per la pratica di un’arte totale di wagneriana memoria. L’elemento acquatico richiama l’idea di “Teatro del mondo” della tradizione del Cinquecento veneziano. E crea un’atmosfera sospesa e irreale dove è possibile mescolare opera, musica e prosa.

Levatura morale
Il progetto non vide realizzazione ma, a dare corpo ai disegni architettonici e scenografici dell’artista, è in mostra il modello del Tetiteatro. Realizzato nel 1992 in occasione di una mostra presso il Teatro alla Scala. Il percorso espositivo termina con un inno alla figura femminile, e in particolare alla moglie dell’artista. Con pitture a olio dal gusto surrealista e ritratti di donne borghesi colte in profili immobili e raffinati che suggeriscono una levatura morale, all’insegna di un ideale universale di donna.
Infine, il progetto Concerning Dante propone il dialogo tra una selezione di opere a tema dantesco di Alberto Martini e le fotografie documentarie di Jacopo Valentini (Modena, 1990). Che ha idealmente percorso il viaggio del poeta dall’inferno al paradiso. Ricercando nel territorio italiano i segni degli ambienti descritti dal sommo poeta, in un continuo rispecchiamento tra paesaggio letterario e reale.

Valentini si confronta con il tributo alla Divina Commedia di tre celebri artisti come Federico Zuccari, Robert Rauschenberg e lo stesso Alberto Martini realizzando degli still life delle loro opere; a questi si affiancano le visioni del territorio italiano dai Campi Flegrei, come via d’accesso agli inferi, alla Pietra di Bismantova, che evoca l’ingresso al Purgatorio riferendosi al IV Canto, fino al delta del Po con le tipiche atmosfere atemporali, quale immagine del Paradiso. Si configurano così tre livelli di lettura: il poema dantesco, l’interpretazione di tre grandi artisti e il progetto fotografico contemporaneo. Tre come le cantiche e le volte che Martini tornò a lavorare sul “poema sacro” che “visse paradisiaco o infernale” nei suoi sogni.
Fondazione Oderzo Cultura
Palazzo Foscolo, Oderzo (TV)
Via Giuseppe Garibaldi, 63
Le storie straordinarie. Alberto Martini ed Edgar Allan Poe
A cura di Paola Bonifacio e Alessandro Botta
Alberto Martini artista dell’onirico
A cura di Roberto Costella e Carlo Sala
Concerning Dante. Jacopo Valentini
A cura di Carlo Sala
27 settembre 2024 – 25 marzo 2025
Orari: da martedì a giovedì, ore 9.30-13 e 14-17 | venerdì, ore 9.30-13 e 14-19 |
sabato e domenica, ore 14-19
https://www.oderzocultura.it