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Tris d’assi: Mendieta, Kahlo e Emin per il 2026 della Tate

Frida Kahlo, Credits: Nicolas Muray
Frida Kahlo, Credits: Nicolas Muray
Nel 2026, la Tate Modern renderà omaggio a tre figure iconiche dell’arte con un programma espositivo interamente dedicato a loro. L’istituzione londinese ha annunciato oggi che le protagoniste saranno Tracey Emin, Frida Kahlo e Ana Mendieta, artiste che hanno segnato il panorama artistico internazionale con le loro opere rivoluzionarie.

Dal 26 febbraio al 31 agosto, la Tate presenterà una retrospettiva su Tracey Emin, ripercorrendo quattro decenni della sua carriera attraverso dipinti, sculture, video, tessuti e neon, inclusi materiali inediti. L’esposizione esalta il suo stile diretto e autobiografico, che ha trasformato il linguaggio artistico contemporaneo. Emin è diventata celebre negli anni ’90 grazie a opere provocatorie come My Bed (1998), un’installazione che riflette un periodo di depressione personale e che nel 2014 è stata battuta all’asta per oltre 2,5 milioni di sterline. “L’arte non dovrebbe mai sembrare un tapis roulant; dovrebbe essere un’espressione dell’anima”, aveva dichiarato l’artista nel 2016.

A seguire, dal 25 giugno al 4 gennaio 2027, la Tate celebrerà Frida Kahlo con una mostra che esplorerà la sua eredità artistica e culturale attraverso 130 opere, tra dipinti, fotografie e cimeli personali. L’esposizione, “The Making of an Icon”, offrirà una prospettiva sulla vita della pittrice messicana come artista, intellettuale e attivista, mettendo in evidenza il ruolo fondamentale delle donne nell’arte del XX secolo.

Infine, dal 9 luglio al 10 gennaio 2027, la Tate ospiterà la prima grande mostra britannica dedicata ad Ana Mendieta. L’evento riunirà i primi dipinti, le ultime sculture ei film rimasterizzati dell’artista cubano-americana, sottolineando la sua influenza nel campo dell’arte performativa e ambientale. La Tate ha definito Mendieta “una delle artiste più importanti del XX secolo”, riconoscendo il suo impatto pionieristico.

Ana Mendieta a TriBeCa, nel 1981.

La Tate è un indiscusso tempio di celebrazione artistica che, soprattutto negli ultimi anni, ha moltiplicato le mostre “al femminile” per sottolineare la sua sensibilità sul tema. Ma era davvero necessario dedicare ancora una volta un’ampia programmazione a figure ormai consolidate e celebrate come Tracey Emin, Frida Kahlo e Ana Mendieta? Se da un lato l’istituzione dimostra il suo impegno nel valorizzare le artiste donne, dall’altro la scelta solleva un interrogativo: perché non dare maggiore spazio a talenti emergenti, voci che potrebbero ridefinire il panorama artistico contemporaneo? Il mondo dell’arte è in costante evoluzione, e se è fondamentale riconoscere l’eredità delle grandi Maestre, lo è altrettanto sostenere le nuove generazioni di artisti che ancora faticano a trovare visibilità nei grandi circuiti museali. Forse in futuro la Tate sceglierà di affiancare ai nomi storici anche figure meno note ma altrettanto meritevoli. Chissà, magari il prossimo annuncio sorprenderà un po’ di più.

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