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“Shelter”: la Biennale di Helsinki 2025 e il suo invito al “rifugio”

Biennale di Helsinki 2025
Biennale di Helsinki 2025
Dall’8 giugno, l’arte internazionale trasforma Helsinki in un ecosistema di visioni, tra natura, spiritualità e attivismo climatico.

Cosa significa davvero “rifugio” in un’epoca di crisi ambientale, sociale e identitaria? A questa domanda risponde la terza edizione della Biennale di Helsinki 2025, intitolata “Shelter: Below and Beyond, Becoming and Belonging”, che aprirà al pubblico l’8 giugno. Curata da Blanca de la Torre e Kati Kivinen e prodotta dall’HAM Helsinki Art Museum, la Biennale si diffonderà attraverso spazi iconici e inaspettati della capitale finlandese, trasformandola in un mosaico di installazioni, esperienze e nuove geografie della percezione.

Dall’isola incontaminata di Vallisaari, custode di un fragile ecosistema marittimo, al verde urbano dell’Esplanade Park, fino alle sale dell’HAM, la città diventa una piattaforma di dialogo tra esseri umani, piante, funghi, minerali e memorie. Proprio il rifiuto dell’antropocentrismo è il cuore concettuale di questa edizione: un invito a spostare lo sguardo, ad ascoltare ciò che è altro, a costruire nuove alleanze tra il vivente.

© Matti Pyykko, HAM Helsinki Biennial

37 artisti e collettivi internazionali – tra cui nomi di riferimento come Yayoi Kusama, Olafur Eliasson, Otobong Nkanga, Giuseppe Penone, affiancati dalle tante voci emergenti – sono stati chiamati a interpretare il concetto di “shelter” (riparo, appunto) attraverso nuove commissioni, opere site-specific e installazioni ambientali.

Un’importante attenzione è riservata anche agli artisti nordici, latinoamericani, asiatici e alle visioni indigene, che portano con sé narrazioni plurali e pratiche di resistenza culturale. Tra loro: Maria Thereza Alves (Brasile), Sissel M Bergh (Sápmi/Norvegia), Edgar Calel (Guatemala), Ana Teresa Barboza (Perù), Carola Grahn (Saepmie/Svezia), Aluaiy Kaumakan (Taiwan), e tanti altri.

Blanca de la Torre and Kati Kivinen. Credits: Ilkka Saastamoinen

Vogliamo incoraggiare un cambiamento di pensiero, lontano dall’antropocentrismo, per comprendere meglio la relazione fragile e squilibrata tra l’umanità e la natura,” spiegano le curatrici Blanca de la Torre e Kati Kivinen. “L’arte contemporanea può e deve diventare uno strumento attivo per affrontare la crisi climatica. “Shelter” è il risultato di anni di ricerca e di dialogo: una proposta concreta, sensibile e coraggiosa.”

Ogni opera presentata sarà parte di un dialogo attivo e site-specific, con il paesaggio urbano, marino e vegetale. Alcune installazioni rimarranno permanentemente in città, creando una rete di presenze artistiche durature che continuano a interrogare e nutrire lo spazio pubblico anche dopo la fine della Biennale.

Vallisaari, Helsinki, Photo © HAMHelsinki BiennialKirsi Halkola

Per la prima volta, anche l’Esplanade Park, cuore pulsante della città, diventa sede espositiva: un gesto che racconta la volontà della Biennale di radicarsi nella vita quotidiana, contaminando il passaggio urbano con riflessioni artistiche e ambientali.

La Biennale di Helsinki 2025 non è solo una mostra, ma un’esperienza collettiva: aperta a tutti, gratuita e diffusa. Un evento che ridefinisce il ruolo dell’arte pubblica, trasformandola in rifugio, specchio e visione.

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