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Attivisti per il clima al Padiglione tedesco della Biennale 2026

Attivisti dell'allora "Letzte Generation" dopo l'attacco con purè di patate al "Pagliaio" di Claude Monet al Museo Barberini, 2022. Foto: dpa/picture-alliance
Attivisti dell’allora “Letzte Generation” dopo l’attacco con purè di patate al “Pagliaio” di Claude Monet al Museo Barberini, 2022. Foto: dpa/picture-alliance
Alla 61esima Biennale di Venezia, la Germania promette di sorprendere e far discutere: sarà infatti affidato a un collettivo di attivisti per il clima, tra cui spiccano i nomi noti della Neue Generation (ex Letzte Generation) e dell’iniziativa britannica Just Stop Oil

L’annuncio, arrivato dall’Istituto per gli Affari Esteri (Ifa) in collaborazione con il Ministero degli Esteri tedesco, segna una svolta radicale nel modo in cui l’arte si intreccia con la protesta sociale e ambientale. Una scelta audace e perfettamente in linea con il momento storico: Venezia, città-simbolo minacciata dall’innalzamento del mare, diventa lo scenario ideale per una riflessione artistica e politica sul futuro del pianeta.

Il collettivo protagonista del padiglione non è nuovo ai riflettori. Le loro azioni shock nei musei hanno fatto il giro del mondo: basti pensare al gesto eclatante dei membri di Just Stop Oil che nel 2022 lanciarono zuppa di pomodoro contro I Girasoli di Van Gogh, o all’intervento di Letzte Generation, che colpì i Covoni di fieno di Monet con purè di patate. “Performance”, non ovviamente nel senso artistico del termine, provocatorie nate da una domanda scomoda ma urgente: cosa vale di più, l’arte o la vita?

Ora però, il linguaggio cambia. Entrambe le realtà stanno esplorando nuovi modi di comunicare, più dialogici e simbolici. Neue Generation punta a un’espressione artistica propria, mentre Just Stop Oil ha annunciato una moratoria sugli attacchi diretti alle opere d’arte.

Il progetto per il Padiglione Germania rompe gli schemi tradizionali della Biennale: non ci sarà un curatore unico, ma un processo collettivo, orizzontale e partecipativo. Una vera e propria “opera viva” dove arte, attivismo e politica si fondono. Sebbene i dettagli dell’installazione siano ancora top secret, alcuni indizi già incuriosiscono: pare che sarà un tubero — umile, evocativo, universale — al centro della narrazione visiva, tra metafora ecologica e simbolo sociopolitico.

Sotto la curatela generale di Koyo Kouoh, la Biennale di Venezia 2026 (in programma dal 9 maggio al 22 novembre) si preannuncia come una delle edizioni più stimolanti e disruptive di sempre. Il Padiglione Tedesco, con la sua carica visionaria, potrebbe diventare uno dei cuori pulsanti della manifestazione.

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