
La metropolitana di Parigi ha bloccato la campagna pubblicitaria della retrospettiva dedicata a David Hockney alla Fondation Louis Vuitton. Il motivo? Una sigaretta.
Nell’immagine scelta per promuovere la mostra, l’artista britannico appare con un pastello in una mano e una sigaretta nell’altra. Tanto è bastato per far scattare il veto della RATP, l’azienda dei trasporti pubblici, che ha invocato il divieto di pubblicizzare prodotti a base di tabacco.
Hockney non l’ha presa bene. In un’intervista all’Independent, ha definito la decisione “una follia totale” e “una meschinità”. “Sono abituato all’autoritarismo che pretende di dirti come vivere – ha dichiarato – ma l’arte è sempre stata una forma di libera espressione. E questo divieto nega proprio quel principio”.

La foto contestata lo ritrae intento a disegnare, davanti a un autoritratto in grande formato. Niente di provocatorio, se non per il dettaglio del filtro tra le dita. L’immagine è stata rifiutata dai legali della RATP, che hanno ribadito la linea dura contro ogni riferimento al fumo, anche se simbolico.
David Hockney – 87 anni, una carriera iconica e una sigaretta quasi sempre in mano – non è nuovo a questo tipo di battaglie. Già nel 2007 aveva firmato un articolo sul Guardian contro il divieto di fumo nei pub britannici, difendendo la libertà individuale e criticando quella che considerava una deriva paternalista.
Ironia della sorte: l’artista si è trasferito in Francia nel 2019 proprio per “poter fumare e mangiare al ristorante allo stesso tempo”, come ha raccontato. Normand Rosenthal, co-curatore della mostra, lo conferma: “I suoi polmoni non sono perfetti, ma lui ne è consapevole. Per Hockney, fumare è un atto di libertà, un gesto di resistenza culturale”