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L’arte della vignetta ai tempi di Trump e Putin

Vignetta realizzata da Strumenti Politici nel febbraio 2025 Vignetta realizzata da Strumenti Politici nel febbraio 2025
Vignetta realizzata da Strumenti Politici nel febbraio 2025
Vignetta realizzata da Strumenti Politici nel febbraio 2025

Vignetta o caricatura? Narrazione visiva o carica a pallettoni? Questo è il problema, per affrontare le immagini di due Presidenti.

Se ne parla con inquietudine dalla conquista del potere di Donald Trump, poco tempo fa; e addirittura per la seconda volta; ma pur sempre – va detto – per via democratica. Meno democratica invece l’ormai pluridecennale investitura a vita di Vladimir Putin. In tutti questi anni i rapidi vignettisti di cronaca hanno viaggiato in parallelo con gli opinionisti su carta e online. Mentre il percorso dei caricaturisti è stato più lento e avveduto, alla maniera degli Espressionisti Tedeschi fra le due guerre, e oggi hanno la fortuna di avvalersi anche dell’Arte Digitale. I vignettisti sono un po’ dei replicanti. Il loro Trump sta venendo a noia col suo ciuffo e lo sguardo sprezzante di chi ha la certezza di essere il padrone del mondo.

Onore delle armi, però, ad Ann Telnaes, magistrale signora della vignetta statunitense, nata a Stoccolma nel 1960. È stata più volte premiata per i suoi disegni sino a ottenere il Premio Pulitzer nel 2001. I suoi lavori su tematiche sociali di immediata riconoscibilità sono animazioni, deformazioni, schizzi di personaggi contemporanei presi dal vivo. Ha lavorato per anni al Washington Post. Ma ha salutato tutti il 3 gennaio del 2025 con clamorose dimissioni, perché offesa dal divieto di pubblicare una gustosa – anche se piuttosto pesante – rappresentazione degli amici e sponsor di Trump. E tra loro, appunto, c’è anche Jeff Bezos, padre e padrone del giornale.

In questo momento di crisi e di minacciose prospettive per tutto il mondo, spiccano dunque Trump Secondo e Putin Perenne. Per loro è la caricatura a reggere meglio della vignetta in quanto, deformando i tratti del volto e le posture, rivela la natura plebea e la volgarità di un affarista arricchito, e la furia omicida di un dittatore a vita.

Se da una parte vedo in George Grosz il padre della caricatura moderna, era il ferocissimo illustratore della borghesia tedesca che avrebbe aperto le porte a Hitler, dall’altra trovo una curiosa coincidenza fra gli svalvolati deliri di onnipotenza dei nostri due Presidenti e l’Opera da tre soldi di Bertolt Brecht. Il testo teatrale descrive la malavita londinese fra le due Guerre; sono messi in scena delinquenti, ruffiani, prostitute, e a capo di tutti Mackie Messer, accoltellatore d’eccellenza. Non siamo poi così lontani dagli psicotici comportamenti di due figure al potere, che puntano ad annettersi, uno l’Ucraina e poi chissà; l’altro il Canada, Panama, la Groenlandia, e la striscia di Gaza per farne un Villaggio Vacanze.

Qualche giorno fa il Corriere della Sera ha offerto ai suoi lettori un libriccino dedicato a Elon Musk. Il bravo giornalista Massimo Gaggi ci ha trasmesso un’interessante profezia del nostro miliardario in missione per Trump: molto presto la Terra sarà del tutto invivibile; è quindi necessario organizzare per tempo un Esodo su Marte per chi potrà sostenere i costi delle necessarie strutture e infrastrutture della Nuova Terra Promessa Marziana, e ovviamente del Viaggio, con partenza dalla Stazione Luna. I poveri rimarranno sulla vecchia e decrepita Terra. Sarà un’occasione imperdibile per i migliori vignettisti e caricaturisti ancora viventi.

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