
Un attacco diretto alla libertà di espressione e alla voce delle donne, quanto accaduto a Nîmes, nel sud della Francia, dove una mostra d’arte femminista è stata brutalmente vandalizzata negli scorsi giorni
L’esposizione, curata dall’artista Kamille Lévêque Jégo sotto lo pseudonimo Cyprine Benzin, è stata presa di mira da ignoti che hanno distrutto decine di opere e imbrattato le pareti con falli disegnati e immagini sessuali.
La mostra, allestita al centro d’arte e fotografia NegPos, era incentrata sull’emancipazione femminile e sulla rappresentazione visiva della forza delle donne. Inaugurata l’11 aprile, aveva già subito un primo atto vandalico pochi giorni prima, con la rottura di una finestra e la distruzione di un’opera. Ma è stato l’ultimo assalto a provocare il danno più grave: tra i 30 e i 40 pezzi sono andati distrutti.
“È davvero sconvolgente vedere come la reazione maschilista possa avere una tale influenza nella nostra società”, ha dichiarato Patrice Loubon, direttore del centro NegPos. “Abbiamo già assistito a proteste verbali contro mostre femministe, anche qui. Ma nulla di simile.”
Kamille Lévêque Jégo ha commentato l’accaduto con amarezza: “Non sopportano di vedere donne rappresentate come forti. Quei disegni osceni non sono semplici provocazioni infantili, ma atti deliberati di censura e intimidazione”
L’artista lavora al progetto di Cyprine Benzin dal 2014: un lavoro fotografico e video che segue una “banda di ragazze” ribelli, che rivendicano con orgoglio una femminilità libera e sfacciata. La mostra era già stata presentata in tre occasioni, dal 2018, in altre città francesi senza incidenti.
L’attacco di Nîmes è un chiaro segnale: i linguaggi dell’arte che osano scardinare i modelli patriarcali sono ancora oggi bersagliati con violenza. Ma la risposta non può che essere visibilità e resistenza.