
Spiccano alcune assenze nelle rappresentanze internazionali alla Biennale Architettura, mentre diversi padiglioni si presentano come un cantiere
“Il Padiglione Francese, chiuso per lavori nel 2025, non è abbandonato. Nello spirito di vivere con l’esistente, ci appropriamo del suo cantiere e ci innestiamo sui suoi ponteggi, con una struttura temporanea che si installa con leggerezza”. L’annuncio che accoglie i visitatori nel padiglione transalpino al Giardini tratteggia una fattispecie che si può riscontrare in diverse situazioni, e che si fa interprete di una transitorietà che (purtroppo) rispecchia la realtà socio-politica globale. Il padiglione “cantiere”, al quale si affianca una tipologia forse ancor più allarmante, quella del padiglione “fantasma”.

Già, perché le ben note tensioni internazionali si riversano sull’organizzazione delle presenze straniere alla Biennale Architettura 2025. Inserendo variabili ora previste o prevedibili, ora sorprendenti. Annunciata l’assenza di Israele, che sicuramente risparmia a organizzatori e avventori le immancabili manifestazioni pro-pal che una presenza avrebbe innescate. Prevedibile anche l’assenza del Venezuela, frequentemente latitante nelle ultime edizioni causa schermaglie socio-politiche interne.

Più sorprendente la chiusura del padiglione Cecoslovacchia, che è fantasma già dalla denominazione, legata a una realtà che non esiste più. Probabile sia dovuta a problemi organizzativi fra Cechia e Slovacchia, che si alternano annualmente nell’occuparlo. Diversa la situazione del Padiglione Russia, privo (come da tempo) di rappresentanza nazionale, ma “prestato” ad alcuni eventi di Biennale Sessions.

E la tipologia “cantiere”? Era risaputa nel Padiglione Centrale, con i lavori di ristrutturazione che confinano la mostra internazionale al solo serpentone dell’Arsenale. La si riscontra anche nello spazio della Danimarca: “uno spazio ibrido, un cantiere in pausa e un laboratorio aperto, assemblato utilizzando materiali emersi durante i lavori di costruzione”.

Se il mondo è sempre più un cantiere in cerca di nuove forme di equilibrio e di convivenza, la Biennale incarna anche questa temperie. Qui trovate le immagini…
